Schema riassuntivo dei giorni del mese lunare, secondo Esiodo(Erga e scolii)
"Osservando con scrupolo, convenientemente, i giorni che si originano da
Zeus…"
"Le esortazioni relative alla scelta e al ripudio dei giorni
derivano i loro principi dalle osservazioni. Giorni diversi prevalgono
in fonti diverse, poiché, per esempio, presso Orfeo si sostengono certe
selezioni e pure negli usi patrii degli Ateniesi si fissano i giorni
buoni, quelli cattivi e quelli intermedi. E alcuni supposero che non
solo interi giorni presentassero momenti favorevoli all'avvio di certe
attività ma anche parti del giorno, a volte approvando il tempo
dell'alba, a volte quello della sera, nei quali casi hanno dichiarato
famigliari agli Dei le ore prima di mezzogiorno e agli Eroi quelle dopo
mezzogiorno.
Ora, Esiodo, ben conoscendo in merito la maggior parte delle
osservazioni del suo tempo, egli stesso guardando ai moti del sole,
della luna e alle loro relazioni reciproche, riporta le relazioni
differenziali fra i movimenti favorevoli e quelli sfavorevoli, dalle
quali soprattutto nascono tutte le realtà mortali tra quante si muovono,
le une però più delle altre. E rispetto al loro ricorrere ciclico,
queste si trovano a muoversi nel divenire di per sé o per influsso
altrui…"
"I giorni che si originano da Zeus: non dice che solo questi derivano da
Zeus e non i rimanenti; solo li distingue, pensando che gli uni
contribuiscano alla conoscenza e al filosofare, gli altri siano
lavorativi; e che gli uni dipendano dal nostro impegno, gli altri dalla
natura dell'aria (situazione astronomica e meteorologica)."
- 30- "Il
trenta del mese è il migliore per sovrintendere ai lavori e spartire le
razioni di cibo, quando gli uomini il vero sanno distinguere e seguire."
"Esiodo comincia quindi dalla trentina, nella quale si dà la vera
congiunzione (synodos), che è a volte trenta senza niente togliere, a
volte il ventinove, a volte si sottrae l'unità prima di esso da parte
degli Ateniesi…E' naturale che sia partito da questa (la trentina)
perché vi si trova la congiunzione. Bisogna infatti fare di questa
comunanza (koinonia), in quanto solo principio di entrambi (numeri e
giorni), il principio anche dei giorni, che i numeri creano a partire
dal loro rapporto reciproco. Vuole in essa sorvegliare tutti i lavori
del mese e ripartire il cibo ai lavoranti, da un lato tendendo
all'osservazione delle fatiche sostenute in passato, dall'altro
contribuendo ad esortare alle attività da realizzare in futuro."
"'Il trentesimo del mese è il migliore': perché il trentesimo riproduce
la verità; in questo giorno infatti la luna si congiunge con il sole e
costituisce un'unità. E poiché questo è proprio della verità, l'essere
omogenea in opposizione alla menzogna- difatti la menzogna è divisa in
molte parti- per questo il trenta, in quanto produttore dell'uno, è
paragonato all'uniforme verità."
"Ha fatto del trenta il principio per il motivo che abbiamo detto, non
reputando degno di lavorare in questo giorno, ma di sovrintendere ai
lavori. Dicono alcuni che in quel momento anche le formiche riposino. E
anche questo è chiaro indizio per molti che è la trentina che realizza
la congiunzione del sole e della luna. Gli Egizi definiscono la
congiunzione porco sconsacrato, perché esso gode di accoppiamenti quando
la luna è nascosta dal sole. Né mai questo animale- dicono- in quanto è
ctonio e gode della generazione, ha legame di famigliarità, soprattutto
con questa fase sinodica della Dea, che realizza un rapporto con il sole
pari a quello della femmina con il maschio."
"Innanzi tutto il primo, il quarto e il settimo sono giorni sacri"
"Dopo questa (la trentina), partendo dal novilunio, loda i tre giorni:
il primo del mese, il quattro e il sette, tutti dicendoli sacri."
"I tre numeri hanno una media proporzionale aritmetica e il quattro con
il sette fa quanto i giorni dall'uno fino al sette (quattro volte), cioè
il numero ventotto, corrispondente al tempo in cui la luna attraversa lo
zodiaco. I giorni restanti contengono i moti progressivi di questa, fino
a raggiungere il sole."
"La tetrade è parente della monade, perché anch'essa abbraccia tutti i
rapporti armonici, che la monade aveva in germe, creando il rapporto di
quattro a tre nei confronti del tre, il rapporto doppio nei confronti
del due, il rapporto quadruplo nei confronti della monade."
"L'ebdomade è un altro rapporto armonico, derivante dalla monade, dalla
diade e dalla tetrade e che contiene due volte il rapporto attraverso
tutti; a questa, cioè alla tetrade, si apparenta e alla monade, nella
misura in cui è generata dalla stessa sola monade e non genera nessuno
dei numeri all'interno della decade."
- 1- giorno che viene da Zeus, giorno sacro
"Dunque il primo giorno, detto 'hene', in quanto principio è realtà
divina; e difatti Platone dice che ogni principio è divino, ed è
chiamato il natalizio del mese. E il mese al principio presso Orfeo è
designato come 'vitello con un solo corno' (μονόκερως μόσκος); per farla
breve, il mese, come lavoratore della generazione, è detto bue, in
quanto il vitello presenta allora il primo spuntare della sua propria
essenza ed ha un solo corno per via della monade."
"Filocoro nel suo Sui
giorni dice che questo
(il primo) è sacro al Sole e ad Apollo."
> Giamblico, Teologia
Aritmetica- per meditare sulla natura del numero di ciascun
giorno...
"L'uno è, fra tutti i numeri, l'unico che assomigli alla Provvidenza che
conserva l'universo ed anche il più idoneo a mostrare il Dio come
principio razionale, e soprattutto ad unirsi intimamente a lui, a cui è
quindi il più vicino." "Come se fosse la pura luce, in una parola la
cosa più potente fra tutte, e della stessa natura del Sole e con potere
egemonico." "I Pitagorici chiamano l'uno non solo Dio, ma anche Nous e
Maschio-Femmina." "L'uno viene detto Demiurgo e Plasmatore...perciò i
Pitagorici ne parlano come di un Prometeo, cioè di un Demiurgo della
natura vivente." "L'uno è chiamato 'nascita' e 'materia', in quanto
senza di esso non c'è nessun numero; il segno scritto che indica l'uno
(α') è simbolo del suo essere assoluto principio di tutte le cose, e
attraverso la somma cumulativa del suo proprio nome esso rivela la sua
comunanza con il Sole: la somma numerica delle lettere del nome μονας
infatti dà 361 (μ' + ο' + ν' + α' + ς' = 40+70+50+1+200=361), quanti
sono i gradi del circolo dello Zodiaco." " Dicono che la natura dell'uno
è fissa al centro come Hestia e mantiene sempre la stessa posizione per
effetto di equilibrio."
ΥΜΝΟΣ ΕΠΙΜΗΝΙΩΝ
Settimo Inno, ad Apollo- di Gemisto Pletone
"Apollo Sovrano, patrono e guida di tutto ciò
che esiste in natura, che riconduci ogni cosa all'Uno,
e che sottometti il tutto stesso, così vario e
così ricco di suoni, ad una singola armonia,
Tu dalla concordia concedi saggezza e giustizia
alle anime, le cose più belle, e salute e bellezzaai corpi,
sempre ispira il desiderio delle bellezze divine,
Sovrano, alle nostre anime, salve a Te Paian."
- 2- Sacro all'Agathos Daimon, Demoni ctoni e Poseidone.
> Giamblico, Teologia
Aritmetica: "coraggio; audacia; impulso; movimento; generazione;
mutamento; divisione" "Il 2 è fonte di flussione e fluidità." "I
Pitagorici chiamano il 2 anche Erato: esso, infatti, attirando verso di
sè l'assalto amoroso dell'uno quale forma, genera come risultati della
loro unione i rimanenti numeri, a partire dal 3 e dal 4." "E' chiamato
anche Iside, non solo perchè in esso il prodotto è uguale alla somma
(2+2=4=2x2), ma anche perchè è l'unico numero che non permette
assolutamente divisioni in parti disuguali. Lo chiamano anche Natura:
esso è infatti movimento verso l'essere ed è come un generarsi per
estensione da un principio seminale." "I Pitagorici chiamavano il 2
anche Diòs
Metera, ossia Madre di Zeus e anche Rhea, per la fusione e la
tensione che sono proprietà sia del 2 sia della Natura che diviene
tutto. E dicono anche che il nome Diade conviene a Selene perchè questo
è il pianeta che subisce più tramonti (dyas-
dyseis) di tutti, e perchè è dimezzata o divisa in due."
- 3- Sacro ad Atena e alle Cariti
> Giamblico, Teologia
Aritmetica: "Il 3 ha avuto in sorte, rispetto a tutti gli altri
numeri, bellezza e fascino" "medietà e proporzionalità." "E' chiamato
Euboulia, 'assennatezza', e Phronesis, 'prudenza'... anche la conoscenza
si svolge in funzione del 3. I Pitagorici chiamano il 3 anche Pietà
(Eusebeia), e perciò il numero 3 (trias)
deriva da "tremare" (trein),
cioè temere e quindi essere cauti." "Il 3 è detto da alcuni Perfetto,
perchè è il primo numero che significa tutte le cose, cioè inizio, mezzo
e fine. Per mettere in risalto aspetti straordinari, usano nomi derivati
dal 3: "tre volte fortunati", "tre volte beati". Preghiere e libagioni
si fanno 3 volte...e tre volte fanno libagione e tre volte compiono
sacrificio coloro che chiedono alla divinità di esaudire le loro
preghiere." "Tre sono anche le Moire in Teologia, perchè l'intera
condotta di vita degli enti divini e dei mortali è regolata da
emissione, ricezione e, in terzo luogo, rimunerazione...ciò potrebbe
trovare conferma anche nelle parole di Omero "il tutto fu diviso in 3
parti"." "I Pitagorici chiamano il 3 anche Amicizia e Pace (Philia-
Eirene), ed inoltre Armonia e Concordia (Harmonia- Homonoia) perchè
tutte queste cose collegano i contrari ed i dissimili."
- 4- giorno che viene da Zeus, giorno sacro;
"E nella tua mente bada a evitare che nel quarto della fine e
dell'inizio del mese pene ti rodano il cuore: è un giorno sacro."
"Nel quarto del mese conduciti in casa la sposa presi gli auspici, che
per questo siano i migliori."
"Il quarto comincia a costruire le navi snelle."
"La tetrade è sacra ad Eracle ed Hermes."
"La tetrade è sacra ad Eracle- in essa fu generato- e diciamo "fanciullo
nacque nella tetrade e mai sarà malvagio."
"Nella tua mente bada a evitare…in questi giorni sacri soprattutto
conviene sbarazzarsi delle attività che fanno penare, le quali, se in
altri momenti bisogna sceglierle come necessarie, in questi non si deve.
Entrambe le tetradi sono sacre, l'una in quanto manifesta
particolarmente la luce lunare, l'altra perché ha, rispetto alla prima,
il rapporto che l'ebdomade ha con il primo giorno del mese. E infatti il
ventiquattresimo ha davanti sette giorni filati per arrivare all'ultimo
del mese."
"Bada che non ti addolorino il quattro e il ventiquattro, perché sono
giorni sacri e perfetti per provocare danno."
"Nel quarto del mese conduciti in casa la sposa presi gli auspici, che
per questo siano i migliori: che la predizione per mezzo degli uccelli
sia antica lo rivelano queste parole, ha inoltre chiaramente mostrato
che i medesimi auspici per degli aspetti sono fausti per altri
infausti, dicendo 'i presagi che per questa azione siano i più validi'.
Il quarto giorno è plausibilmente adatto al matrimonio, perché, primo,
composto e moltiplicato, deriva dalla diade generatrice, alla quale
diciamo che il matrimonio è sacro, e perché abbraccia i rapporti
armonici di cui abbiamo detto sopra, quello attraverso il quattro,
quello attraverso tutti, quello due volte attraverso tutti, sia in
quanto la tetrade è madre della decade- che è un numero cosmico- sia in
quanto è medietà fra la monade e l'ebdomade secondo la media aritmetica.
Per tutti questi motivi il quattro è intimamente legato ai matrimoni."
"Il quarto è valido per contrarre matrimonio, tuttavia prendi in primo
luogo gli auspici."
"Il quarto è sacro ad Aphrodite e ad Hermes e perciò adatto al rapporto
intimo."
"Il quarto comincia: e questo accade secondo le regole della tetrade. Se
infatti la monade è analoga ad un punto, la diade ad una linea, la
triade ad un piano, è chiaro che la tetrade potrà convenire ad un
solido. E' naturale dunque che il quarto sia adatto alla fabbricazione
di navi. E se per primo contiene il quadrato e per primo abbraccia i
rapporti armonici, proprio a questo giorno dà opportunità il detto
lavoro. Niente infatti ha più bisogno dell'armonia dei lavori come la
nave che si avvia a combattere con il moto dell'aria e il mare aperto,
avendo il solo soccorso che viene dall'armonia per salvarsi."
"Il quarto comincia: per prima la tetrade, essendo quadrata a partire
dal pari, trova adattamento: perciò è bene fare in essa queste cose."
- 5- "Dal
quinto guardati perché è cattivo e nefasto: nel quinto dicono che le
Erinni abbiano raccolto Horkos nascente, che Eris generò, castigo per
gli spergiuri."
"Che il cinque è numero di giustizia (Dike) lo abbiamo sentito dire
dai Pitagorici,e presso di loro se ne dicono le cause. L'attività
della giustizia è duplice, punire la trasgressione e togliere la
soverchieria, inoltre dare livello pari a chi ne è al di sotto e
beneficare. Entrambi i quinti sarebbero giudiziari: l'uno, in crescita,
in quanto aggiunge al mancante, l'altro al termine in quanto toglie al
soverchiante. Se questo è vero, è chiaro perché dicono che il Dio dei
giuramenti (Horkos), che è punitore di quelli che tradiscono i
giuramenti, si trova nel quinto finale e che i demoni vendicatori
attorniano la Sua nascita nel quinto giorno; e concludono che questi
circondano proprio la primissima giustizia, e di Loro celebrano la
causa, dicendo che è punitrice di quanti si allontanano dalla legge
divina, come asserisce Platone. Com'è naturale, (Esiodo) dice che Horkos
è figlio di Eris perché Eris è monade delle angustie sofferte dagli
amministratori che muovono accuse alle forze malfattrici."
"Schiva i quinti giorni: tutti i quinti."
- 6- "Nemmeno
il sesto della prima parte del mese è buono per far nascere una
fanciulla, ma per castrare i capretti e gli arieti del gregge, e per
erigere un recinto al bestiame è giorno favorevole; è propizio per far
nascere un figlio maschio che amerà dire battute mordaci, falsità,
parole accorte, furtivi colloqui."
"Vuole che il sesto sia inadatto alla generazione di fanciulle, per
quanto sia sacro ad Artemide in quanto natalizio della Dea. Perciò Ella
nacque prima di Apollo, al fine di assistere alla nascita del fratello.
E come non sarà convenientemente sacro al parto della Dea il primo sesto
giorno che è perfetto, non trattandosi del parto delle creature ancora
imperfette, ma delle perfette? Artemide dunque, che è Colei che porta a
compimento i feti e dichiara i principi naturali che dominano la
materia, è ben naturale che sia stata generata secondo il mito nel sesto
giorno. Ed è altrettanto naturale che questo giorno sia inadatto alla
generazione di femmine; questa Dea domina infatti lo splendore lunare, è
vergine e non vuole generare. Dunque dice che questo sesto sia inadatto
alla generazione femminile; ma mostra che è utile a quella maschile,
conveniente per castrare capretti e agnelli- che ha detto 'arieti delle
greggi'- in quanto la castrazione toglie loro la facoltà generativa. E
non è che, conformemente a natura, questa esade sia propria al
compimento degli uomini ma non delle donne, dal momento che è generata
da due elementi, la diade e la triade, e la triade domina in essa. E'
infatti tripartita in base alla monade, alla diade e alla triade, alle
quali è pari e perciò perfetta. Va bene dunque per una generazione
divina, mentre per una mortale, della stirpe confinante, è
sproporzionata."
"Se è maschile il dispari che è difficile a dividersi, come è femminile
il pari, facile a dividersi, e l'uno è caro alla monade l'altro alla
diade, potresti ben dire che il tre, che è il primo dispari, è oltremodo
maschile. Questo, composto con se stesso e raddoppiato dà sei, e poiché
monade, diade e triade sono questi, cioè permanenza, processione e
conversione, essi compiono il sei; di conseguenza l'esade generatrice di
maschi non è adatta a quelli che devono generare ma a quelli che
respingono la generazione. E non c'è da stupirsi se quelli generati in
questo giorno siano detti amanti della menzogna, dei ragionamenti
fallaci e degli incontri clandestini. Infatti proprio questa congiuntura
rivela che l'aspetto della dicotomia è falso: in verità esso non è
uguale a ciò che riceve luce ma a ciò che sta in ombra. E non può
meravigliarti che l'invisibile diade sia stata assunta per la
generazione di questa congiuntura (l'esade) e che la menzogna stia
nascosta insieme con i colloqui segreti."
"Questo giorno è buono per generare figli maschi, ma non è valido per le
femmine; né per il matrimonio né per la nascita."
- 7- giorno che viene da Zeus, giorno sacro; "in
questo infatti Apollo dall'aurea spada fu partorito da Leto."
"Celebrando il settimo come giorno natalizio di Apollo; perciò gli
Ateniesi lo onorano come apollineo portando fronde di alloro, coronando
il paniere (kanoun) e inneggiando al Dio."
"Dunque a causa del rapporto armonico, ha adattato il sette alla nascita
di Apollo; e per il fatto di essere senza madre e sconveniente alle
donne, l'ha detto sacro ad Athena."
"L'ebdomade (è sacra) ad Apollo- perché in essa fu generato, perciò
anche la Sua cetra è di sette toni."
- 8- "l'ottavo
e il nono, del mese che inizia: sono i due giorni migliori per compiere
i lavori dell'uomo."
"L'ottavo giorno del mese castra il porco e il toro muggente."
"Loda l'ottavo e il nono plausibilmente in quanto portano perfezione
(syntelestikai) e perciò li ha preposti alle attività umane. Il primo
infatti ha avuto tutte le dimensioni, essendo un cubo derivato dalla
diade e realizzando per primo l'avanzamento al tre. Il secondo ha avuto
per primo la quadratura dal dispari della triade che lo ha generato.
Perciò, l'uno in quanto ha dimensione perfetta, l'altro in quanto deriva
da un numero perfetto, portano a compimento i lavori intrapresi in
essi."
"L'ottavo e il nono: questi due sono belli fino al crescere del giorno."
"Si dice che l'ottavo del mese, sacro a Poseidone in quanto è il primo
giorno che ha dimensione tripartita, convenga naturalmente al Dio che
porta il tridente, che ha avuto in sorte la terza parte del mondo, e che
comanda ai tre elementi che sono in movimento. Perciò, portando dei
tori, glieli consacrano in quanto impetuosi, e così per i maiali;
difatti gli uni e gli altri sono indomabili per animosità, ma si fanno
docili una volta castrati. Naturale dunque che al giorno dedicato al Dio
del movimento- il quale muove l'immobile terra con il nome di Scuotitore
della Terra (Ἐνοσίχθων)- abbiano intimamente collegato questi animali
che sono impetuosi, ma mai il toro come agitatore della sostanza liquida
e il maiale della secca. Al medesimo Dio appartiene di agitare e calmare
gli impeti instabili di realtà in movimento. Perciò questo Dio non è
solo celebrato come Scuotitore della Terra ma anche come Consolidatore
(Ἀσφάλειος); e quelli che vogliono far cessare i terremoti sacrificano a
Poseidone. La pratica che rende docile con la castrazione gli animali
famigliari al Dio ha stretto legame con questo giorno sacro a
Poseidone."
- 9- "l'ottavo
e il nono, del mese che inizia: sono i due giorni migliori per compiere
i lavori dell'uomo."
"Il nono della prima parte del mese per tutti gli uomini è del tutto
privo di mali; è buono sia per piantare che per generare sia per un uomo
che per una donna: non è mai un giorno del tutto cattivo."
"Si dice che in ciò il nove è vantaggioso, in quanto deriva da un
numero perfetto, il tre, ha come principio la monade, in mezzo la diade
e alla fine la triade, ovvero ha la dimensione tripartita e la
quadratura."
"Dice che il nono del mese è adatto a tutto, sia a piantare sia alla
generazione di maschi e femmine. Costituito a partire dal primo
perfetto, il tre, che contiene principio, mezzo e fine, al quadrato, dà
opportunità per tutte le azioni e soprattutto per quelle della
generazione. E difatti l'enneade (il nono giorno) deve il suo nome al
fatto di essere come un nuovo uno ('hen nèon'). Deriva dall'otto che ha
ricevuto l'unità- risulta da un cubo in atto che ha ricevuto il cubo in
potenza- e genera, per aggiunta della sola monade, il dieci, numero
completo. Perciò è adatto a piantagioni e generazioni."
- 10- "Il
dieci è buono per generare un maschio."
- 11- "L'undici
e il dodici, ambedue buoni sia per tosare le greggi, che per mietere un
pingue raccolto, ma il dodici dell'undicesimo è molto migliore."
"Undicesimo e dodicesimo:dei numeri dopo la decade, l'undicesimo si
richiama al primo elemento della monade. Perciò ha lodato anche questo,
in quanto presenta analogie con quella, invitando alla tosatura delle
pecore e alla raccolta dei frutti della terra. E queste operazioni sono
tra loro simili, poiché chiamano il mietere 'tosare' la terra e il
tosare è un po' mietere le pecore. Entrambe mirano alla cura del corpo,
l'una al nutrimento, l'altra alla protezione. E sono proprie
dell'undicesimo giorno in quanto principio della terza pentade, quella
che maggiormente accresce la luce della luna; difatti, delle tre
pentadi, la prima è del tutto incompiuta, la terza del tutto compiuta.
Sia che tu voglia alludere, con la luce solare, al nutrimento che quel
giorno comporta sia alla protezione che ne viene, dirai che l'undicesimo
è loro proprio, essendo principio della pentade che realizza
compiutamente la luce in vista e della mietitura e della tosatura delle
pecore."
- 12- "L'undici
e il dodici, ambedue buoni sia per tosare le greggi, che per mietere un
pingue raccolto, ma il dodici dell'undicesimo è molto migliore: è allora
che il ragno, che sta sospeso nell'aria, fila la tela, nel giorno più
lungo, quando la previdente raccoglie il suo mucchio; in quello inizi la
tela la donna e il suo lavoro disponga."
"Il dodici (castra) i muli pazienti."
"Nel dodicesimo poi, come ancora più accrescitivo della luce,
quest'ultima ha già in tal modo il principio del compiuto aumento ad
esso precedente; contiene il nove con la radice, fino alla perfezione
derivante dal tre e all'uniformità derivante dal nove. Se è vero che
contiene due volte la prima esade, pari alle sue parti e perciò
perfetta, esso conviene naturalmente ai frutti derivanti dagli elementi
perfetti. Perciò è detto anche maggiormente buono e a ragione, per
il fatto che è un numero degli Dei stessi, abbracciando questo numero
l'esade produttrice di maschi e quella muliebre.
Ricorda con i versi seguenti che questo numero ha in sorte una naturale
famigliarità con i tessuti, per i quali tosano le pecore."
"In questo giorno fila la tela…come gli altri viventi sono mossi secondo
natura da una qualche apparizione astrale, alcuni nel tempo della
congiunzione, altri in quello del plenilunio, così anche il ragno si
trova sensibile a questo influsso che porta a compimento i giorni più
lunghi (rispetto alle notti: "dal giorno lungo: in quanto in esso la
luna ha pieno splendore")…bisogna considerare nell'insieme anche
questo e cioè che chi tesse ha soprattutto bisogno di luce, proprio ciò
che la luna consentirà favorendo di notte aggiunte accrescitive del
lavoro … dunque avviare i lavori in questo giorno è bene; e questo i
ragni lo sanno naturalmente, gli uomini per esperienza. Al contrario,
pulire i telai a plenilunio è causa della distruzione dei tessuti."
"Essendo il dodicesimo particolarmente industrioso, Esiodo ricorre alla
tela del ragno."
"I muli pazienti il dodicesimo: collegano intimamente i muli alla luna;
perciò alcuni dicono che sia trasportata da muli. Difatti il cavallo è
animale solare in quanto corre bene, l'asino invece è ctonio in quanto
amico di Tifone e libidinoso. La luna sta in mezzo ad entrambi, avendo
della terra l'essere coperta di tenebre e del sole l'avere in sorte la
sua luce. Per questo dunque il mulo le è intimamente collegato. Ha
prescritto di domarli il dodicesimo affinchè divengano più docili,
perché il dodici ha la costanza, essendo limite soprattutto degli
accrescimenti come abbiamo detto più sopra. Il numero dodici ha in altro
modo relazione stretta con il delimitare, poiché apporta il limite alla
specie dei numeri. Difatti per primo esso è pari e dispari: non ce n'era
prima dentro la decade. Racchiudendo quindi le specie dei numeri è
ovviamente capace di limitare e di ordinare la processione dei loro
rapporti, perciò sembrò conveniente alle pratiche addomesticative dei
muli che hanno generazione mista, essendo esso stesso misto in quanto
pari e dispari, come si è detto. Bisogna dunque in questo giorno domare
i muli imponendo loro le due mani e addomesticando questo animale come
un puledro."
- 13- "Il
tredici del mese che inizia guardati dal porre mano alla semina; ottimo
è invece per piantare."
"Ben capì Plutarco che seminare e piantare non paiono giovarsi
delle stesse situazioni. Bisogna infatti che il seme, una volta gettato,
sia nascosto dentro la terra e vi marcisca e in tal modo trasmetta la
sua forza alla terra che l'ha nascosto, affinchè da un solo grano di
frumento, poniamo, o di orzo, ne nascano in quantità. Perciò dicono che
ha bisogno di pioggia e di brina, poiché queste ne premono il principio
e diffondono le forze naturali in esso presenti. Quanto alla pianta con
radice, è necessario che germogli e faccia emergere il principio
nascosto nella radice per così dire governata tramite la luce. Di
conseguenza, il tredicesimo giorno è inadatto alla semina, adatto invece
al piantare, perciò 'enthrèpsastai' (nutrire) è appropriato al piantare.
E con il termine ha significato lo stimolare il principio della radice e
il condurlo a crescita e germoglio, ciò a cui contribuisce, essendo
cospicua, la luce della luna in questo giorno."
- 14- "Il
quarto del mezzo del mese (è buono per generare) una femmina."
"Nel quarto di mezzo apri l'orcio- fra tutti il giorno più sacro."
"In questo, i montoni, i buoi dalle corna ricurve che trascinano i
piedi, e i cani dai denti aguzzi e i muli pazienti addomestica, ponendo
su di loro la mano."
"Nel quarto di mezzo apri l'orcio: alludendo con ciò alla tetrade
di metà mese, loda il quattordicesimo sia come giorno di apertura degli
orci sia come il migliore fra tutti; e infatti la luce lunare è ricca,
perché la luna sorge con il tramonto del sole. E la luna occupa la metà
del percorso totale in cui realizza il suo proprio circolo, per cui essa
è realizzatrice (Telesiourgòs), se è vero che nella metà rispetto alla
totalità del circolo si trova la perfezione. Gli aumenti e le
diminuzioni da una parte e dall'altra della metà sono quasi paralleli,
compiendo il suo proprio circolo nel corso di ventotto giorni. Perciò si
dice siano così cospicui i raggi della luna portatori di luce. Un mito
egizio dice che Osiride regnò tanti anni quanto è il numero di questi
giorni, rivelando, come credo, che Egli è demiurgo e realizzatore di
tutti i viventi generati, poiché fabbrica con arte insieme ai raggi
lunari la generazione delle realtà in crescita e in diminuzione,
affinchè le cose di quaggiù sia nascano sia si corrompano."
- 15- "Che il cinque è numero di giustizia (Dike) lo abbiamo sentito
dire dai Pitagorici,e presso di loro se ne dicono le cause.
L'attività della giustizia è duplice, punire la trasgressione e togliere
la soverchieria, inoltre dare livello pari a chi ne è al di sotto e
beneficare. Entrambi i quinti sarebbero giudiziari: l'uno, in crescita,
in quanto aggiunge al mancante, l'altro al termine in quanto toglie al
soverchiante. Se questo è vero, è chiaro perché dicono che il Dio dei
giuramenti (Horkos), che è punitore di quelli che tradiscono i
giuramenti, si trova nel quinto finale e che i demoni vendicatori
attorniano la Sua nascita nel quinto giorno; e concludono che questi
circondano proprio la primissima giustizia, e di Loro celebrano la
causa, dicendo che è punitrice di quanti si allontanano dalla legge
divina, come asserisce Platone. Com'è naturale, (Esiodo) dice che Horkos
è figlio di Eris perché Eris è monade delle angustie sofferte dagli
amministratori che muovono accuse alle forze malfattrici."
"Schiva i quinti giorni: tutti i quinti."
- 16- "Il
sesto del mezzo del mese è dannoso alle piante, ma è buono per far
nascere i maschi; è dannoso invece alle donne, per nascere e per il
matrimonio."
"Il sedicesimo, che ha detto sesto di metà mese, dice che è utile
alle piante per la ragione che abbiamo detto; infatti la luce della
luna, che è calda e umida, stimola il loro germogliare. E' utile ai semi
maschili degli umani, dannoso ai femminili; e ragione ne è il fatto che
l'un seme è piuttosto secco, l'altro abbastanza umido, per cui appunto
il maschio di differenzia dalla femmina. Perciò dicono che gli aiuti che
vengono dai soffi settentrionali sono generatori di maschi, di femmine
quelli meridionali..dunque è stato detto conformemente a natura che il
sedici è ottimo per generare figli, dannoso per le femmine. E contiene
anche qualche contrarietà al matrimonio, essendo la luna molto distante
dal sole. Perciò gli Ateniesi sceglievano per i matrimoni i giorni verso
la congiunzione e compivano allora le Theogamia, pensando conformemente
a natura che quello fosse il primo matrimonio, trovandosi la luna in
congiunzione con il sole."
"Il sedicesimo…i legni tagliati imputridiscono e il vino travasato sa di
aceto."
- 17- "Il
sette del mezzo del mese getta con grande attenzione in un'aia rotonda
le sacre spighe di Demetra; e che il tagliaboschi tagli i legni del
letto nuziale e legni per nave che, molti, stanno in quella uniti."
"Pone il diciassettesimo come adatto a deporre i raccolti sull'aia
e a tagliare la legna giusta per il tetto della camera nuziale e quella
buona per l'allestimento di navi. ..difatti il 17 è ugualmente giorno
opportuno del periodo e utile del mese, quando la luce della luna non
riceve più accrescimento, dato il plenilunio (passato), e in qualche
modo i legni sono bagnati, ma, con il ridursi della luce si riduce
l'umido, da cui suole svilupparsi la marcescenza. Va bene per
raccogliere i frutti nell'aia, perché dopo il plenilunio il tempo cambia
e si verificano moti dei venti che sono utili a quelli che spulano,
poiché disperdono la pula dal frutto.
Se, come dice Orfeo, il diciassette è consacrato ad Ate, e perciò adatto
al taglio del bosco e al denudamento del frutto dai suoi rivestimenti,
anche Esiodo, non senza amore per le Muse, consacrò il giorno a questi
lavori."
- 18-
- 19- "Il
nono del mezzo del mese è un giorno buono alla sera."
"Gli usi patrii degli Ateniesi attribuiscono il diciannovesimo come
il diciottesimo a tutti i riti lustrali e apotropaici, come dicono
Filocoro e <***>, entrambi interpreti degli usi patrii. Forse dunque per
questo, Esiodo dice che questo giorno è sacro, e soprattutto dopo
mezzogiorno, perché questa parte del giorno è adeguata alle
purificazioni, in quanto meno propensa all'eliminazione delle sporcizie
che ci riguardano."
"Il nono del mezzo del mese: è come se fosse: il diciannovesimo verso
sera è un bellissimo giorno."
- 20- "Nel
grande venti, nel pieno del giorno, un uomo prudente sia generato; la
sua mente sarà molto assennata.""Lo dice grande, oltre al fatto di
contenere la maggior parte dei giorni del mese; perciò tutto il giorno è
adatto alla nascita; o l'ha detto grande quasi portasse a termine grandi
lavori. Chi è generato in questo giorno è molto virtuoso e dotto."
- 21-
- 22-
- 23-
- 24- "Nella tua mente bada a evitare…in questi giorni sacri soprattutto
conviene sbarazzarsi delle attività che fanno penare, le quali, se in
altri momenti bisogna sceglierle come necessarie, in questi non si deve.
Entrambe le tetradi sono sacre, l'una in quanto manifesta
particolarmente la luce lunare, l'altra perché ha, rispetto alla prima,
il rapporto che l'ebdomade ha con il primo giorno del mese. E infatti il
ventiquattresimo ha davanti sette giorni filati per arrivare all'ultimo
del mese."
"Bada che non ti addolorino il quattro e il ventiquattro, perché sono
giorni sacri e perfetti per provocare danno."
- 25-
- 26- "Che il cinque è numero di giustizia (Dike) lo abbiamo sentito
dire dai Pitagorici,e presso di loro se ne dicono le cause.
L'attività della giustizia è duplice, punire la trasgressione e togliere
la soverchieria, inoltre dare livello pari a chi ne è al di sotto e
beneficare. Entrambi i quinti sarebbero giudiziari: l'uno, in crescita,
in quanto aggiunge al mancante, l'altro al termine in quanto toglie al
soverchiante. Se questo è vero, è chiaro perché dicono che il Dio dei
giuramenti (Horkos), che è punitore di quelli che tradiscono i
giuramenti, si trova nel quinto finale e che i demoni vendicatori
attorniano la Sua nascita nel quinto giorno; e concludono che questi
circondano proprio la primissima giustizia, e di Loro celebrano la
causa, dicendo che è punitrice di quanti si allontanano dalla legge
divina, come asserisce Platone. Com'è naturale, (Esiodo) dice che Horkos
è figlio di Eris perché Eris è monade delle angustie sofferte dagli
amministratori che muovono accuse alle forze malfattrici."
"Schiva i quinti giorni: tutti i quinti."
- 27- "E
nella tua mente bada a evitare che nel quarto della fine e dell'inizio
del mese pene ti rodano il cuore: è un giorno sacro."
"Pochi sanno che il giorno dopo il venti è il giorno migliore del mese,
quando spunta l'aurora; meno buona è la sera."
"Pochi sanno che il giorno dopo il venti: il primo versetto è formulato
ellitticamente; completo sarebbe: pochi sanno che il quarto dopo il
venti (τὴν μετ'εἰκαδα τοῦ μηνὸς τετάρτην) del mese è migliore. Quello
che segue presenta un'inversione: sarebbe chiaro se dicesse 'di sera è
peggiore che al sorgere dell'alba'. Prevalendo questo atteggiamento,
loda tutte le tetradi, la prima, la seconda e la terza; eccetto il caso
in cui dice della terza che pochi sanno che è migliore nelle sue ore
mattutine."
"Al sorgere dell'alba: fino alla sesta ora."
- 28-
- 29- "Pochi
sanno che il nono giorno della terza parte del mese è il migliore per
cominciare un orcio e per mettere il giogo sul collo ai buoi, ai muli,
ai cavalli dai piedi veloci, per spingere la nave dai molti chiodi nel
mare colore del vino; pochi sono coloro che lo chiamano come si deve."
"Con il terzo nove ha detto il ventinovesimo, che- dice- pochi
sanno ottimo per aprire gli orci, aggiogare i buoi, i muli e i
cavalli..ed ha detto conformemente a natura riguardo all'apertura
dell'orcio; dicono infatti che nei giorni di luna piena il vino si
guasta a causa del calore umido che proviene dalla luna, perciò, se non
lo si vuol buttare, esorta ad aprire l'orcio e provare il vino."
"L'ha scritto chiaro che ha chiamato 'trìten einàda' (triseinàs) non il
ventesimo secondo, secondo gli Ateniesi che contano a rovescio i giorni
che vanno dal termine- decimo, nono, ottavo e così di seguito- ma quello
prima della trentina; e su questo infatti c'è incertezza se sia l'ultimo
o il penultimo. Pochi dunque lo qualificano con verità come
ventinovesimo. Il tempo è burrascoso in generale nei giorni a ridosso
delle congiunzioni, perciò quanti si trovano in navigazione si mettono
al riparo nei porti finchè non compaia il nuovo mese."
"Pochi dicono che il ventinovesimo è veramente buono per trascinare la
nave in mare; a meno che non sia pronta ad esservi trascinata, per
navigare una volta passato tale momento."
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