Chloeia

 


Chloeia


Chloeia o Chloia, o più raramente Choleia- una festa in onore di Demetra Chloe, 'verde, verdeggiante', il cui tempio è molto vicino all'Acropoli, quasi di fianco all'ingresso dei Propilei. Pausania lo menziona brevemente, sulla terrazza sud-ovest: "Quando Teseo ebbe unito in un unico stato le molte regioni dell'Attica, stabilì i culti di Aphrodite Pandemos e di Peitho. Le statue più antiche non esistono più ai miei tempi, ma quelle che vidi erano opera di artisti non inferiori. C'è anche un santuario di Gaia Kourotrophos e di Demetra Chloe. Puoi apprendere ogni cosa circa i loro nomi conversando con i sacerdoti." Peitho è menzionata anche dal seggio per la sacerdotessa della Kourotrophos, di Demetra e di Peitho nel teatro di Dionysos (IG II2 5131). Ad ogni modo, il culto della Dea non prevedeva solo sacerdotesse, poichè Demetra Chloe ha un altro speciale officiante chiamato Diophantes (IG II2 5120, seggio del teatro).

Uno scolio a Sofocle e uno ad Aristofane confermano la posizione del santuario: pros tei akropolei. Proprio Aristofane dà conferma della posizione a ovest dei Propilei, nella Lisistrata 835: le donne, guardando dall'alto dell'ingresso, vedono un uomo avvicinarsi "parà tò tes Chloes".
Un Oracolo Delfico (IG 22 5006) ci dà un particolare importante: "nel santuario di Demetra Chloe e Kore, di fronte ai propilei dell'acropoli, dove per la prima volta crebbe il grano, sarebbe meglio che..."; il resto non si riesce purtroppo a ricostruire, ma queste parole testimoniano quanto fossero antichi il santuario e il culto qui reso alle Due Dee (cosa questa testimoniata anche dalla presenza della Kourotrophos, il cui culto fu qui stabilito da Erittonio, come ringraziamento per il suo allevamento). Che Kourotrophos, Chloe e Kore siano sempre state associate in questo culto, lo prova anche un'iscrizione di età romana (IG II2 4778) che testimonia la dedica di una statua alle tre Dee, a causa di un sogno (Demetri Chloei kaì Korei tèn Kourotrophon Eisidotos anetheke kat'oneiron). Il riferimento al "dove per la prima volta crebbe il grano" indica che, probabilmente nella valle sottostante a questo tempio, avvvenne una delle prime tre arature sacre; infatti ogni anno i Bouzygai ('coloro che aggiogano i buoi', da Bouzyges, Eroe eponimo del genos, il cui aratro, secondo uno scolio a Eschine, era stato dedicato sull'Acropoli) celebravano l'aratura sacra, 'hieròs arotos', di fronte all'Acropoli. Una rappresentazione di ciò potrebbe certamente essere un cratere al Fogg Art Museum: Cecrope e Demetra, con scettro e spighe di grano, osservano Bouzyges che usa un aratro trainato da due buoi; ad ogni modo, tutto ciò spiegherà meglio la confusione che si è generata fra la festa primaverile delle Chloeia e il sacrificio per Chloe in Thargelion..
Demetra e Gaia Kourotrophos sono anche in relazione con Aglauros, il cui santuario si trova quasi dalla parte opposta dell'Acropoli, in una caverna sulle pendici est: "(per la sacerdotessa) della Kourotrophos, quella dal santuario di Aglauros, e di Demetra" (IG II2, 5152). E' importante notare che Aglauros, in Atene (ma anche altrove), è associata prima di tutto con gli efebi/kouroi, è infatti la loro divinità tutelare e patrona del loro giuramento (da notare anche che altre cerimonie efebiche, come le eisiteteria, erano legate alle Cecropidi e alla Kourotrophos); secondariamente è spesso identificata con Aphrodite (associata con le figlie di Cecrope anche durante le Arreforia). Abbiamo quindi una stretta associazione fra i culti della Kourotrophos, la nutrice di fanciulli, Demetra (che spesso ha questo epiteto), Aphrodite, Peitho e Aglauro.

L'unica figura divina maschile che può figurare in questo quadro è Dionysos in Anthesterion, e Apollo in Thargelion. Alla presenza di Dionysos alle feste primaverili rimanda senz'altro un vaso a volute dalla necropoli di Spina (Museo di Spina; metà del V secolo), che mostra Dionysos e Demetra Chloe: la Dea ha un leone in braccio, e con la sinistra regge lo scettro, mentre con la destra ha una phiale; sono in un tempio e si vede anche l'altare con il fuoco acceso. Una donna porta il liknon, altre donne con cimbali, tamburi e serpenti.
La scena chiaramente rimanda a quanto riferito da Cornuto (Theol. Graec. 28 p. 55.14 Lang) che connette l'epiteto della Dea con chloazo, diventare verdeggiante, affermando inoltre che gli Elleni sacrficavano a Demetra Chloe "in primavera, con giochi e gioia"; anche Eupoli conferma che "molta allegria e gioia" caratterizzavano questa festa, che prevedeva anche il sacrificio di una capra. Si sa anche di un sacrificio congiunto a Demetra Chloe e Eleusinia in Anthesterion (IG II2 1358): la relazione con Eleusi non deve stupirci, in quanto le Chloeia sono una delle feste fondamentali del calendario agricolo, festa che celebra appunto la nascita delle foglie verdeggianti, dei germogli e dei primissimi steli di grano. Un passo dell'Edipo a Colono di Sofocle menziona l'esatto significato di questo epiteto della Dea: "Esse andarono alla collina che era di fronte, la collina di Demetra che protegge le tenere piante, e in breve tempo portarono quanto il loro padre comandava." Lo scoliasta afferma che questo nome va riferito al fatto che la Dea si prende cura delle piante che iniziano a germogliare nei giardini (ek tes katà ton kepon chloes). Non dimentichiamo che nell'Inno Orfico a Demetra Eleusinia, è definita 'Chlookarpe', dai frutti verdeggianti.
Anche un'iscrizione conferma il legame fra le feste agricole, testimoniando che nel 166/5, il demarco di Eleusi, Pamphilos figlio di Archon (PA 11542) sacrificò a "Demetra, Kore e gli altri Dei tradizionali" durante le Haloa e le Chloia.
Che le Chloeia non fossero celebrate solo in Atene si sa da molte Leggi Sacre rinvenute: si celebravano appunto in Eleusi, e avevano luogo fra l'invernale festa delle Haloa e le Kalamaia (IG II2 949.7); nel demo di Paiania, le Antheia (in cui un porcellino doveva essere sacrificato) venivano celebrate subito dopo le Chloia (IG I3.250.30), e questo sembra essere confermato anche dalla Legge Sacra di Torico. Si può congetturare che cadessero attorno all'Equinozio di Primavera, se non il giorno stesso, in quanto devono essere celebrate entro il mese di Anthesterion, ma la gran parte del mese è già occupata da altre feste, quali le Anthesteria, le Diasia e i Piccoli Misteri, tutte precedenti l'Equinozio.

Avevamo parlato di un 'equivoco' che ha spesso fuorviato gli studiosi: il sacrificio di un ariete il 6 di Thargelion a Demetra Chloe sull'Acropoli, testimoniato tanto da un frammento di Eupoli (I 309, 183K), quanto da Filocoro: "C'era un santuario di Demetra Chloe sull'Acropoli, in cui gli Ateniesi sacrificavano durante il mese di Thargelion" (FGrH 328 F 61). In Attica però questo periodo non coincide affatto con la rinascita del primo grano verde, bensì è molto prossimo alla festa del raccolto; senza contare che il 6 Thargelion hanno inizio le Thargelia, e questa festa in onore di Artemide e Apollo Delio ha sicuramente connotati che la associano alle altre feste del ciclo agrario. Il 6 in particolare è dedicato alla purificazione, ed è probabile che il sacrificio dell'ariete fosse l'apertura preliminare (abbiamo visto, parlando delle Diasia, quale importanza abbia l'ariete nei riti di purificazione e nei culto chthoni) del giorno dei 'pharmakoi'- ad ogni modo non si tratta certo di una festa allegra come le Chloeia. Questo sacrificio in Thargelion completa il ciclo: se in Anthesterion si festeggiano con gioia il grano che rispunta dalla terra e gli alberi che iniziano a mostrare le gemme sui rami, in Thargelion si propizia la Dea prima del raccolto- sappiamo infatti che durante le Thargelia erano anche presenti l'offerta dei primi frutti e primizie, e che probabilmente il nome della cerimonia prende il nome da 'thargelos', un tipo di pane fatto con il primo grano mietuto. Illuminante è Ateneo che ci informa che, secondo Semo di Delo nel suo trattato sui Peana, "le spighe singole si chiamavano 'amalai', ma quando venivano ammassate insieme l'intero mucchio era detto 'oulos' oppure 'ioulos', e Demetra era chiamata una volta Chloe, un'altra Ioulò...ed essi chiamano sia il frutto che i canti dei falciatori in onore della Dea con lo stesso nome 'ouloi, iouloi' (anche 'Demetrooloi', canti del raccolto in onore di Demetra)".