Simbologia dei giorni

 

Simbologia dei giorni del calendario lunare
Testo scritto da Daphne Varenya Eleusina

 Ἔνε καὶ νέα, l'Antico e il Nuovo
E' il giorno del Banchetto di Hecate ed è sacro interamente alla Dea.
Con 'banchetto' si intende che "I ricchi inviano la sera un pasto nei triodoi e sacrificano a Hecate. I poveri, spinti dalla fame, li mangiano."
Gli elementi del Banchetto sono pani e torte (psamita e magides certamente), aglio, formaggio, pesci (triglie in particolare) e uova.

Plutarco, sostiene che "molte persone sono abituate a fare offerte ai defunti alla fine del giorno e alla fine del mese." Sebbene Plutarco si stia riferendo ad una tradizione romana, anche diversi passi di autori ellenici sottolineano la connessione fra τριακάς, onori ai defunti e culto reso a Hecate; la proverbiale espressione "τὰς ἐν ᾅδου τριακάδας" viene appunto spiegata con "il trentesimo si festeggia nell’Ade a causa di Hecate." Infatti Diogeniano conferma che: "l’immagine di Hecate è innalzata nei trivi, e riti in onore dei defunti sono celebrati il trentesimo giorno." Ancora più chiara è la spiegazione data della festa chiamata Hekataia: "sacrifici ad Hecate, che sono offerti ai defunti", da celebrare appunto a cavallo fra l'ultimo giorno del mese e Noumenia.

Sappiamo che Proclo osservava sempre un giorno di digiuno durante Ἔνε καί νέα. L’ultimo giorno del mese deve essere anche dedicato alla meditazione e alla riconsiderazione del lavoro svolto nel corso del mese, nonché alla preparazione per il mese che sta per cominciare. In ogni caso, non si deve intraprendere nessun lavoro importante (persino le formiche si astengono dal lavoro durante il trentesimo giorno, rimarca Tzetze..)

Infine, le prescrizioni di Esiodo e relativi scolii:
"Il trenta del mese è il migliore per sovrintendere ai lavori e spartire le razioni di cibo, quando gli uomini il vero sanno distinguere e seguire."

"Esiodo comincia quindi dalla trentina, nella quale si dà la vera congiunzione (synodos), che è a volte trenta senza niente togliere, a volte il ventinove, a volte si sottrae l’unità prima di esso da parte degli Ateniesi…E’ naturale che sia partito da questa (la trentina) perché vi si trova la congiunzione. Bisogna infatti fare di questa comunanza (koinonia), in quanto solo principio di entrambi (numeri e giorni), il principio anche dei giorni, che i numeri creano a partire dal loro rapporto reciproco. Vuole in essa sorvegliare tutti i lavori del mese e ripartire il cibo ai lavoranti, da un lato tendendo all’osservazione delle fatiche sostenute in passato, dall’altro contribuendo ad esortare alle attività da realizzare in futuro."

"’Il trentesimo del mese è il migliore’: perché il trentesimo riproduce la verità; in questo giorno infatti la luna si congiunge con il sole e costituisce un’unità.
E poiché questo è proprio della verità, l’essere omogenea in opposizione alla menzogna- difatti la menzogna è divisa in molte parti- per questo il trenta, in quanto produttore dell’uno, è paragonato all’uniforme verità."

"Ha fatto del trenta il principio per il motivo che abbiamo detto, non reputando degno di lavorare in questo giorno, ma di sovrintendere ai lavori. Dicono alcuni che in quel momento anche le formiche riposino. E anche questo è chiaro indizio per molti che è la trentina che realizza la congiunzione del sole e della luna. Gli Egizi definiscono la congiunzione porco sconsacrato, perché esso gode di accoppiamenti quando la luna è nascosta dal sole. Né mai questo animale- dicono- in quanto è ctonio e gode della generazione, ha legame di famigliarità, soprattutto con questa fase sinodica della Dea, che realizza un rapporto con il sole pari a quello della femmina con il maschio."

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Il giorno più sacro del Calendario: Noumenia, I giorno del mese.

Il primo spicchio di Luna riappare nel cielo dopo il crepuscolo: primo giorno del mese. Sacro a tutti gli Dei, in particolare ad Apollo Noumenios: "Aristonico dice che allora era Noumenia, e quindi la festa di Apollo, dal momento che Egli è il Sole." (P.Oxy. 3710, col. ii. 34-47)

"Dunque il primo giorno, detto ‘hene’, in quanto principio è realtà divina; e difatti Platone dice che ogni principio è divino, ed è chiamato il natalizio del mese. E il mese al principio presso Orfeo è designato come ‘vitello con un solo corno’ (μονόκερως μόσκος); per farla breve, il mese, come lavoratore della generazione, è detto bue, in quanto il vitello presenta allora il primo spuntare della sua propria essenza ed ha un solo corno per via della monade."
"Filocoro nel suo Sui giorni dice che questo (il primo) è sacro al Sole e ad Apollo."
(Schol. Esiodo, Erga 769-771)

Ha grande importanza, in quanto inizio del mese, "compleanno del mese", e "ogni inizio è divino": il primo giorno è ‘mandato’ da Zeus e a Lui sacro: "infatti regolarmente nel primo giorno onorano Zeus". In quanto tale, si tratta di un giorno assolutamente positivo e di buon auspicio. (Proclo, comm. Es. Op. 765-70; Schol. Rane 421.15; Arato,Phaenomena,1)

A parte Apollo e Zeus, le altre divinità onorate durante il primo giorno di ogni mese includono Artemide Noumenia, Hera, Hermes, Hecate e tutti gli Dei Domestici. (Lydus, De mensibus, 3, 10, 3, 11, 3, 13; Geographi Graeci minores, ed. Muller, 2 (Paris, 1882), 23, fragment 9; Athen. Deipnosophistae, 9, 397D; Porfirio, De abstinentia, 2, 16; Schol. Arist. Plutus, 594; Eus. Praeparatio evangelica,3 , 11, 113C)

Plutarco (Mor. 828A) afferma che Noumenia, il primo giorno del mese, è "il più sacro dei giorni"; gli Ateniesi hanno sempre preservato la sacralità del giorno con grande scrupolo: a parte il fatto che nessuna festa cade in questo giorno, nessuno degli incontri previsti per le assemblee legislative (Boule ed Ecclesia) o per le organizzazioni tribali, è attestato nel primo giorno del mese (l'unica eccezione in assoluto è una transazione finanziaria avvenuta il I di Boedromion 408/7, IG II2304, lines 52-54). Esiodo specifica che non si devono intraprendere lavori agricoli in questo giorno.

Aristofane (Cav. 43-44, Vesp. 169-171) ci informa che un aspetto profano ma importante della festa era un grande mercato pubblico (tanto grande che vi si trovava davvero di tutto, schiavi e asini per certo..): può sconcertare questa usanza, che è però giustificata dal fatto che il giorno precedente, hene kai nea, si riscuotevano i debiti (Ar. Nuvole 740-56). Noumenia è anche un giorno 'rilassante', che prevede banchetti privati (cfr. Lisia,contro Cinesia, 'Noumeniastai'); Aristofane associa la ricorrenza anche con i piaceri della palestra, del banchetto e degli amori (Ach. 999). Se facciamo poi riferimento a Teofrasto (Char. 4.12) troviamo l'espressione"partecipare/mantenere le Noumenia" come equivalente del partecipare ad un banchetto; questo banchetto deve avere qualcosa di simile al komos fra i suoi elementi, soprattutto considerando la particolare espressione usata da Pindaro nella quarta Nemea: "il mio cuore è trasportato, come dal magico diletto della Noumenia.."

In merito agli aspetti più propriamente rituali, possiamo dire che il "dedicare l'incenso" è un atto particolarmente associato con le Noumenia: Aristofane ritrae Filocleone e la sua smania per i tribunali popolari. In una delle prime scene, Santia dice "nemmeno come se stesse sacrificando incenso alle Noumenia" (Vespe 94; cfr anche schol. Arist. Pluto, 594); lo scolio a questo passaggio specifica dove l'incenso venisse posto: "kata noumenian gar ethos eichon libanoton epitithenai tois agalmasi". Oltre all'incenso e alle statue degli Dei e degli Eroi, un terzo dettaglio lo fornisce il poeta comico Teopompo (framm. 47 Kock): daphnei. Il riferimento all'alloro ci ricorda che il primo giorno del mese è sacro ad Apollo: già fin da Omero (Odissea, XIV, 162; XIX, 306), Apollo è connesso con le Noumenia (e i Noumeniastai potrebbero anche essere collegi privati che onoravano Noumenios).Un parallelo perfetto di questi atti rituali privati lo troviamo in Porfirio (De abst.2.16), quando descrive la pietà religiosa di Clearco l'Arcade: si narra che Clearco fosse molto scrupoloso nell'osservanza dei doveri religiosi e che li compisse con regolarità. Ad esempio, ad ogni Noumenia, non mancava mai di porre ghirlande e di pulire le statue di Hecate, Hermes e degli altri Dei, che gli erano state tramandate dai suoi antenati; non mancava inoltre mai di offrire incenso(libanotois) e torte rotonde di farina d'orzo. Sacrifici, purificazioni, libagioni, banchetti e canto di inni sono alcuni fra i tratti distintivi del primo giorno del mese.

E' importante aggiungere che anche per Noumenia è attestato qualcosa di simile al Banchetto di Hecate, sempre in onore della Dea: "ogni Noumenia i ricchi alla sera mandavano un banchetto per sacrificare ad Hecate nei triodoi." (Schol. Arist. Pluto, 594)

L'aspetto pubblico delle celebrazioni delle Noumenia ce lo suggerisce Demostene (Contro Aristogeitonos , A 24.114), che parla di cittadini che salgono sull'Acropoli in occasione delle Noumenia. Ora, c'è un particolare importante: Erodoto (8.41) descrive le offerte mensili presentate dagli Ateniesi al Serpente sacro dell'Acropoli: "ta d'epimenia melitoessa estin"; i lessicografi contribuiscono a fornire altre informazioni: Esichio, ad esempio, ricorda che il sacrificio chiamato Epimenia cadeva durante il giorno delle Noumenia (Hesych. s.v. Epimenioi).

Il concilio di Trullo (692) vietò l’usanza di saltare attraverso il fuoco, rito ‘pagano’ celebrato il primo giorno del mese, Noumenia. (6J . D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, 11 (Florence, 1765), 973A.) C’è da dire che gli esponenti della superstizione galilea hanno dovuto faticare non poco per sradicare l’abitudine di "coloro che osservano le Noumenia e danzano nella città", denunciata come pratica Ellenica e non cristiana- οὐ χριστιανικῆς φιλοσοφίας, ἀλλ’ Ἑλληνικῆς. (Dione Chr. Galatians 4:10; MPG, 48, 955A, 956D)

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Secondo giorno del mese.
E' tradizionalmente sacro all'Agathos Daimon, agli Eroi e alle Eroine, e anche a tutte le divinità ctonie. E' sacro inoltre a Poseidone.

Il secondo giorno rappresenta la diade, che è detta "generatrice" e rappresenta la Potenza, cui è sacro il matrimonio, cui è caro il femminile e il pari facile a dividersi: "poichè monade, diade e triade sono questi, cioè permanenza, processione e conversione."
Ecco perchè il secondo giorno è sacro all'Agathos Daimon e alle Potenze Ctonie che favoriscono la generazione e il nutrimento (ecco perchè è presente anche Isis- Thermouthis in questa e in molte altre rappresentazioni di Serapide-Agathos Daimon). E' naturale che sia anche sacro a Poseidone, in quanto a questo Dio è stata assegnata in sorte la posizione mediana fra i tre Fratelli, cui corrisponde appunto la processione (il procedere nella genesis, la generazione, di cui il mare è simbolo), e ciò è anche la causa per cui non si unisce a Kore "In effetti solo questo fra i Cronidi non è congiunto a Kore, per il fatto che, occupando nella triade "il centro intermedio", ha ottenuto in sorte una dignità e una potenza vivificanti ed è caratterizzato in base a questa potenza. Da se stesso pertanto possiede la causalità generatrice di vita, anima tutto l'ambito che Gli è stato assegnato in sorte e lo ricolma del livello intermedio di vita che deriva dal carattere specifico che appartiene al Dio." (Proclo. TP VI, 2,20)

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Τριτομηνίς, giorno simbolico della nascita della nostra Signora, Athena- III giorno del mese.
In questo giorno si usava tenere una celebrazione pubblica in onore della Dea.

Athena in questo giorno è anche identificata con Selene: "Tritomenis: il terzo giorno del mese lo chiamavano Τριτομηνίς; sembra che in tale giorno sia nata Athena. Istro poi dice che la chiamavano anche Tritogeneia per questo motivo, e che era identificata con Selene"- "perché a partire dalla Luna Nuova, (Selene) si mostra il terzo giorno." Il tre è anche la Triade perfetta ed è maschile, motivo per cui, nell'Inno Orfico, Selene è detta "di aspetto femminile e maschile"- e la stessa cosa si dice di Athena "Tu che sei maschio e femmina".
Dal momento che l'esade è sfavorevole alla generazione e al matrimonio soprattutto perchè deriva dalla triade, penso si possa concludere con una certa sicurezza che anche il terzo giorno è sfavorevole per le stesse attività.
La Triade, come abbiamo visto, rappresenta la conversione (epistrophe)- questa conversione/ritorno è il motivo per cui gli Dei stabilirono i riti e le prescrizioni religiose "sebbene Essi non abbiano bisogno di nulla, fa Loro piacere che noi mostriamo la nostra riconoscenza ritornando (epistrephomen) presso di Loro, in quanto, essendo buoni, desiderano che anche noi partecipiamo del Bene. E' per questo che Essi hanno stabilito le pratiche religiose e le varie forme del culto, per dare ai mortali la possibilità di ritornare presso il porto del Padre." Ora, è esattamente questa la natura di Athena, così come si mostra nella lettura allegorica dell'Odissea: Colei che permette il ritorno al porto paterno, perchè "solo la vita vissuta in accordo con il Nous è libera dall'errare e questo è il mistico porto dell'anima, a cui il poema conduce Odisseo dopo il molto girovagare nella vita."
Dal momento che non esiste gioia maggiore di questa che abbiamo indicato, l'epistrophe- scopo ultimo della vita umana- nè beneficio maggiore, è forse per questo che il III giorno di ogni mese è sacro anche alle Cariti (anch'esse, non a caso, tre) "poichè è con animo lieto che occorre compiere un beneficio, e poichè le Cariti rendono lieti i beneficati, primariamente tutte le Cariti, complessivamente, hanno preso nome dalla gioia (χαρά)."

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Quarto giorno del mese, ‘quarto crescente’.
Il quarto giorno è tradizionalmente associato con la nascita di Aphrodite, di Hermes e di Herakles. E' sacro ad Aphrodite Pandemos, Hermes ed Herakles appunto; si rendono inoltre onori ad Eros ed Hermaphroditos (cfr. nota sul calendario lunare mensile).

In questo giorno si onora Aphrodite Pandemos durante il banchetto dei Tetradistai: "il giorno della festa di coloro che si riuniscono il quarto giorno, ossia il giorno di Aphrodite Pandemos..."Vieni Sosia, fanciullo, libagione! Sia bene per te! E ora versa! Soprattutto pregheremo gli Dei e le Dee e possano Vita, Salute e tutte le benedizioni venire da ciò, e che quelle che il Cielo ci ha concesso ci sia garantito che non vadano mai perse!" (Athen. 14. 659D)

In riferimento probabilmente ad Hermes, è l'usanza di preparare il plakous (cfr. la nota sulle torte)- dico probabilmente perchè si parla dell'usanza di fare il plakous, e poi si menzionano giorni sacri agli Dei, e per il quarto è citato il solo Hermes. (cfr. Suda s.v. Πεπεμμένου πλακοῦντος; Πέττουσα)

Ricordo anche le prescrizioni di Esiodo e i relativi scolii:
"Innanzi tutto il primo, il quarto e il settimo sono giorni sacri"
"E nella tua mente bada a evitare che nel quarto della fine e dell’inizio del mese pene ti rodano il cuore: è un giorno sacro."
"Nel quarto del mese conduciti in casa la sposa presi gli auspici, che per questo siano i migliori."

"La tetrade è parente della monade, perché anch’essa abbraccia tutti i rapporti armonici, che la monade aveva in germe, creando il rapporto di quattro a tre nei confronti del tre, il rapporto doppio nei confronti del due, il rapporto quadruplo nei confronti della monade."

"Nella tua mente bada a evitare…in questi giorni sacri soprattutto conviene sbarazzarsi delle attività che fanno penare, le quali, se in altri momenti bisogna sceglierle come necessarie, in questi non si deve."

"Il quarto giorno è plausibilmente adatto al matrimonio, perché, primo, composto e moltiplicato, deriva dalla diade generatrice, alla quale diciamo che il matrimonio è sacro, e perché abbraccia i rapporti armonici di cui abbiamo detto sopra.. sia in quanto la tetrade è madre della decade- che è un numero cosmico- sia in quanto è medietà fra la monade e l’ebdomade secondo la media aritmetica. Per tutti questi motivi il quattro è intimamente legato ai matrimoni."

Da tutte queste evidenze, e da quanto avevamo detto a proposito della diade, è chiaro che il IV giorno è assolutamente favorevole per il matrimonio e per i rapporti intimi in generale ("Il quarto è sacro ad Aphrodite e ad Hermes e perciò adatto al rapporto intimo."), ma anche per la generazione in quanto si dice "fanciullo nacque nella tetrade e mai sarà malvagio."

E' inoltre adatto alla fabbricazione di navi- come specificano Esiodo e i vari scolii- e di solidi in generale: "questo accade secondo le regole della tetrade. Se infatti la monade è analoga ad un punto, la diade ad una linea, la triade ad un piano, è chiaro che la tetrade potrà convenire ad un solido. E’ naturale dunque che il quarto sia adatto alla fabbricazione di navi. E se per primo contiene il quadrato e per primo abbraccia i rapporti armonici, proprio a questo giorno dà opportunità il detto lavoro." Come si può vedere, questo che sta per cominciare è un altro giorno di ottimo auspicio, in particolare per le attività filosofiche (Hermes; giorno sacro che viene da Zeus) e per le attività che richiedono armonia e animo lieto (Aphrodite e gli influssi della tetrade).

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'Quinto crescente'
E' un giorno considerato 'nefasto', o comunque da cui guardarsi, in quanto tradizionalmente sacro a Horkos e alle Erinni. Sarebbe però riduttivo dire semplicemente questo, e infatti nei commenti ad Esiodo troviamo un passo illuminante: "Che il cinque è numero di giustizia (Dike) lo abbiamo sentito dire dai Pitagorici, e presso di loro se ne dicono le cause. L’attività della giustizia è duplice, punire la trasgressione e togliere la soverchieria, inoltre dare livello pari a chi ne è al di sotto e beneficare. Entrambi i quinti sarebbero giudiziari: l’uno, in crescita, in quanto aggiunge al mancante, l’altro al termine in quanto toglie al soverchiante. Se questo è vero, è chiaro perché dicono che il Dio dei giuramenti (Horkos), che è punitore di quelli che tradiscono i giuramenti, si trova nel quinto finale e che i demoni vendicatori attorniano la Sua nascita nel quinto giorno; e concludono che questi circondano proprio la primissima giustizia, e di Loro celebrano la causa, dicendo che è punitrice di quanti si allontanano dalla legge divina, come asserisce Platone." Ecco spiegato perchè il 5 ha anche, assai giustamente, il nome di Nemesi.

Concludo quindi brevemente ricordando il meraviglioso Inno Orfico a Nemesi:

O Nemesi, Ti celebro, Dea, somma regina,
tutto vedi, osservando la vita dei mortali dalle molte stirpi;
eterna, augusta, che sola Ti rallegri di ciò che è giusto,
che muti il discorso molto vario, sempre incerto,
che temono tutti i mortali che mettono il giogo al collo:
perchè a Te sempre sta a cuore il pensiero di tutti, nè Ti sfugge
l'anima che si inorgoglisce con impulso indiscriminato di parole.
Tutto vedi e tutto ascolti, tutto decidi;
in Te sono i giudizi dei mortali, demone supremo.
Vieni, beata, santa, agli iniziati sempre soccorritrice:
concedi di avere una buona capacità di riflettere, ponendo fine
agli odiosi pensieri empi, arroganti, incostanti.

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Sesto giorno del mese, ossia 'sesto crescente'.

Il sesto giorno del mese è assolutamente di buon auspicio, in quanto in questo giorno gli Dei sconfissero i giganti. E' anche tradizionalmente associato alla nascita di Artemide: "(Esiodo) vuole che il sesto sia inadatto alla generazione di fanciulle, per quanto sia sacro ad Artemide in quanto natalizio della Dea. Perciò Ella nacque prima di Apollo, al fine di assistere alla nascita del fratello. E come non sarà convenientemente sacro al parto della Dea il primo sesto giorno che è perfetto, non trattandosi del parto delle creature ancora imperfette, ma delle perfette? Artemide dunque, che è Colei che porta a compimento i feti e dichiara i principi naturali che dominano la materia, è ben naturale che sia stata generata secondo il mito nel sesto giorno. Ed è altrettanto naturale che questo giorno sia inadatto alla generazione di femmine; questa Dea domina infatti lo splendore lunare, è vergine e non vuole generare...E non è che, conformemente a natura, questa esade sia propria al compimento degli uomini ma non delle donne, dal momento che è generata da due elementi, la diade e la triade, e la triade domina in essa. E’ infatti tripartita in base alla monade, alla diade e alla triade, alle quali è pari e perciò perfetta. Va bene dunque per una generazione divina, mentre per una mortale, della stirpe confinante, è sproporzionata."
Come abbiamo visto, alla base dell'esade di Artemide c'è la triade- che appartiene ad Athena, e questo è particolarmente importante, considerando i legami fra le due Dee: "tre dunque sono queste monadi generatrici di vita, Artemide, Persephone e la nostra signora Athena. Artemide è la sommità dell'intera triade, che converte verso se stessa la terza monade (Athena), Persephone è la potenza vivificante dell'universo nella sua interezza, e Athena infine è intelletto divino ed incontaminato, che comprende in un'unità la totalità delle virtù" (Proclo, TP VI, 11, 52, 20) E infatti, come avevamo anticipato a proposito di diade e triade, i primi tre numeri compiono il sei: è dunque naturale che con Artemide si compia il ciclo iniziato da Athena con il 3 che "composto con se stesso e raddoppiato dà sei, e poiché monade, diade e triade sono questi, cioè permanenza, processione e conversione, essi compiono il sei"

"Questo giorno è buono per generare figli maschi, ma non è valido per le femmine; né per il matrimonio né per la nascita."

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Settimo giorno del mese, ossia 'settimo crescente'.

Giorno sacro, mandato da Zeus "in questo infatti Apollo dall’aurea spada fu partorito da Leto."
Il settimo giorno di ogni mese è sacro ad Apollo, in quanto giorno simbolico della Sua nascita: "Celebrando il settimo come giorno natalizio di Apollo; perciò gli Ateniesi lo onorano come apollineo portando fronde di alloro, coronando il paniere (kanoun) ed inneggiando al Dio."

Come avevamo notato in precedenza.... i Pitagorici definiscono il 7 come ‘καιρός’, tempo (cfr. "questo numero genera il tempo, come dicono anche i Pitagorici, ed è di considerevole importanza per gli esseri viventi sulla terra e per le età dell'uomo") a causa della sua connessione con i cicli della Luna attorno al Sole, e perché i processi di crescita e sviluppo sono misurabili in gruppi di sette (κατὰ ἑβδομάδα). Il 7 è un numero che ispira sacro timore, è detto Athena e ‘παρθένος ἀμήτωρ’ in quanto non generato da un numero pari, una madre, ma procedente direttamente dalla Monade di Zeus Padre, essendo inoltre l’unico dall’uno al dieci a non essere prodotto di alcun altro numero, eccetto di se stesso moltiplicato per uno. Il 7 è detto "Atena - vergine senza madre" perché non solo - nella decade - non è prodotto da alcun altro numero, ma nemmeno ne genera uno. Possiamo anche dire che il 7 è legato alla Luna (e la Luna, spesso e soprattutto quando si tratta di numeri/giorni sacri, è detta essere identica ad Athena), non solo perchè il mese lunare si basa su cicli di sette giorni, ma anche perchè 1+2+3+4+5+6+7 dà esattamente 28 (numero perfetto), ossia il mese lunare. E infatti, "Dunque a causa del rapporto armonico, (Esiodo) ha adattato il sette alla nascita di Apollo; e per il fatto di essere senza madre e sconveniente alle donne, l’ha detto sacro ad Athena."

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Ottavo giorno del mese, ossia l' 'ottavo crescente'.

L'ottavo giorno è sempre sacro a Poseidone Protettore e Teseo

"Poseidone Asphaleios (Protettore) rappresenta l'ogdoade."

"Si dice che l’ottavo del mese, sacro a Poseidone in quanto è il primo giorno che ha dimensione tripartita, convenga naturalmente al Dio che porta il tridente, che ha avuto in sorte la terza parte del mondo, e che comanda ai tre elementi che sono in movimento. Perciò, portando dei tori, glieli consacrano in quanto impetuosi, e così per i maiali; difatti gli uni e gli altri sono indomabili per animosità, ma si fanno docili una volta castrati. Naturale dunque che al giorno dedicato al Dio del movimento- il quale muove l’immobile terra con il nome di Scuotitore della Terra- abbiano intimamente collegato questi animali che sono impetuosi...Al medesimo Dio appartiene di agitare e calmare gli impeti instabili di realtà in movimento. Perciò questo Dio non è solo celebrato come Scuotitore della Terra ma anche come Consolidatore/Protettore; e quelli che vogliono far cessare i terremoti sacrificano a Poseidone."

Inoltre, "l’ottavo e il nono, del mese che inizia: sono i due giorni migliori per compiere i lavori dell’uomo." Commentando questo verso, Proclo ci dice che l'otto è un numero che, come il nove, porta perfezione- "essendo un cubo derivato dalla diade." E questo è del tutto naturale: come avevamo visto la diade generatrice è sacra a Poseidone in quanto 'processione', principio generativo e vivificante, assolutamente appropriato a questo Dio. Ora la diade ha dato luogo all'ogdoade, e si tenga anche conto del fatto che l'enneade è detta "nuovo uno", quindi l'otto è l'esatto rovescio del due. "Perciò, l’uno (8) in quanto ha dimensione perfetta, l’altro (9) in quanto deriva da un numero perfetto, portano a compimento i lavori intrapresi in essi."

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Nono giorno del mese, 'nono crescente'.

Il nono giorno è sempre sacro alle Muse, a Rhea e a Helios.

La relazione fra il nove e le Muse è spiegata perfettamente da Proclo nel commento al Cratilo: "dal discutere a proposito di Apollo, Platone procede con le Muse e il nome della musica; perchè Apollo è celebrato come Guida delle Muse. Ed Egli è in effetti la monade rispetto all'armonia nel cosmo; ma il coro delle Muse è la monade di tutti i numeri dell'enneade: da entrambi l'intero cosmo è legato con legami indissolubili, è uno e completamente perfetto, attraverso la relazione fra queste divinità; procedendo il primo tramite la monade apollinea, e la sussistenza perfetta dal numero delle Muse. Questo perchè il nove, che è generato dal primo numero perfetto (3), attraverso identità e somiglianza, è appropriato alle multiformi cause dell'ordine e dell'armonia cosmiche."

Inoltre, vale la prescrizione di Esiodo relativa a ieri: "l’ottavo e il nono, del mese che inizia: sono i due giorni migliori per compiere i lavori dell’uomo."
"Loda l’ottavo e il nono plausibilmente in quanto portano perfezione (syntelestikai) e perciò li ha preposti alle attività umane. Il primo infatti ha avuto tutte le dimensioni, essendo un cubo derivato dalla diade e realizzando per primo l’avanzamento al tre. Il secondo ha avuto per primo la quadratura dal dispari della triade che lo ha generato. Perciò, l’uno in quanto ha dimensione perfetta, l’altro in quanto deriva da un numero perfetto, portano a compimento i lavori intrapresi in essi."

E inoltre: "Il nono della prima parte del mese per tutti gli uomini è del tutto privo di mali; è buono sia per piantare che per generare sia per un uomo che per una donna: non è mai un giorno del tutto cattivo."
"Dice che il nono del mese è adatto a tutto, sia a piantare sia alla generazione di maschi e femmine. Costituito a partire dal primo perfetto, il tre, che contiene principio, mezzo e fine, al quadrato, dà opportunità per tutte le azioni e soprattutto per quelle della generazione. E difatti l’enneade (il nono giorno) deve il suo nome al fatto di essere come un nuovo uno (‘hen nèon’). Deriva dall’otto che ha ricevuto l’unità- risulta da un cubo in atto che ha ricevuto il cubo in potenza- e genera, per aggiunta della sola monade, il dieci, numero completo. Perciò è adatto a piantagioni e generazioni."

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Decimo giorno del mese, 'decimo crescente'.

Si conclude la prima decina crescente di giorni del mese lunare, infatti il dieci è detto Panteleia, 'Perfezione, Compiutezza' ed è sacro al Demiurgo, ossia a Zeus.

Inoltre "abbiamo visto che il cosmo è unico e l'unico nel suo genere (ossia, la Monade); poi abbiamo scoperto che è necessario che ci sia qualcosa di tangibile e visibile in esso (la Diade); poi che, dal momento che esiste considerevole divisione fra tali cose, un termine medio è necessario (per unirli); poi troviamo che il termine medio riguarda due forme e così arriviamo alla Tetrade. Questo perciò è quanto dice anche l'Inno Pitagorico al numero "che procede dall'inviolato abisso della Monade, fino a che non arrivi alla sacra Tetrade" e ciò dà nascita alla Decade che è "la Madre di tutte le cose". Il padre dei Versi Aurei glorifica anche la Tetrade, chiamandola "fontana della sempre fluente Natura". Perchè il cosmo fu ordinato dalla Tetrade, che procede dalla Monade, e dalla Triade, ed è completo nella Decade in quanto è inclusiva di tutte le cose..la decade è il numero del cosmo...i Pitagorici considerano la Decade adatta al Demiurgo e al Fato..."
Proclo, comm. Tim., III, 53; p.109, 420


Fatte queste considerazioni, appare ancora più appropriata la prescrizione di Esiodo: "Il dieci è buono per generare un maschio."

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Undicesimo giorno del mese, ossia il 'primo di mezzo'.

Che l'undicesimo giorno sia sacro alle Moire non è ancora stato accertato con sicurezza- possiamo dire che, in questo, siamo ancora nell'ambito delle probabilità.

Quel che è sicuro sono le prescrizioni di Esiodo e gli scolii relativi- per ora, uniche testimonianze certe sulla natura dell'undicesimo giorno: "L’undici e il dodici, ambedue buoni sia per tosare le greggi, che per mietere un pingue raccolto, ma il dodici dell’undicesimo è molto migliore."

"Undicesimo e dodicesimo:dei numeri dopo la decade, l’undicesimo si richiama al primo elemento della monade. Perciò ha lodato anche questo, in quanto presenta analogie con quella, invitando alla tosatura delle pecore e alla raccolta dei frutti della terra. E queste operazioni sono tra loro simili, poiché chiamano il mietere
‘tosare’ la terra e il tosare è un po’ mietere le pecore. Entrambe mirano alla cura del corpo, l’una al nutrimento, l’altra alla protezione.
E sono proprie dell’undicesimo giorno in quanto principio della terza pentade, quella che maggiormente accresce la luce della luna; difatti, delle tre pentadi, la prima è del tutto incompiuta, la terza del tutto compiuta. Sia che tu voglia alludere, con la luce solare, al nutrimento che quel giorno comporta sia alla protezione che ne viene, dirai che l’undicesimo è loro proprio, essendo principio della pentade che realizza compiutamente la luce in vista e della mietitura e della tosatura delle pecore."

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Dodicesimo giorno del mese, 'secondo di mezzo'.

"Il 12 fu dagli Antichi dedicato agli Dei mondani e alle serie che sempre si
dipartono da Loro."
Sacro alle Horai, alle Moire e alle Cariti.
"L’undici e il dodici, ambedue buoni sia per tosare le greggi, che per mietere un pingue raccolto, ma il dodici dell’undicesimo è molto migliore: è allora che il ragno, che sta sospeso nell’aria, fila la tela, nel giorno più lungo, quando la previdente raccoglie il suo mucchio; in quello inizi la tela la donna e il suo lavoro disponga."
"Il dodici (castra) i muli pazienti."
"Nel dodicesimo poi, come ancora più accrescitivo della luce, quest’ultima ha già in tal modo il principio del compiuto aumento ad esso precedente; contiene il nove con la radice, fino alla perfezione derivante dal tre e all’uniformità derivante dal nove. Se è vero che contiene due volte la prima esade, pari alle sue parti e perciò perfetta, esso conviene naturalmente ai frutti derivanti dagli elementi perfetti. Perciò è detto anche maggiormente buono e a ragione, per il fatto che è un numero degli Dei stessi, abbracciando questo numero l’esade produttrice di maschi e quella muliebre.
Ricorda con i versi seguenti che questo numero ha in sorte una naturale famigliarità con i tessuti, per i quali tosano le pecore."
"In questo giorno fila la tela…come gli altri viventi sono mossi secondo natura da una qualche apparizione astrale, alcuni nel tempo della congiunzione, altri in quello del plenilunio, così anche il ragno si trova sensibile a questo influsso che porta a compimento i giorni più lunghi (rispetto alle notti: "dal giorno lungo: in quanto in esso la luna ha pieno splendore")…bisogna considerare nell’insieme anche questo e cioè che chi tesse ha soprattutto bisogno di luce, proprio ciò che la luna consentirà favorendo di notte aggiunte accrescitive del lavoro … dunque avviare i lavori in questo giorno è bene; e questo i ragni lo sanno naturalmente, gli uomini per esperienza. Al contrario, pulire i telai a plenilunio è causa della distruzione dei tessuti."
"Essendo il dodicesimo particolarmente industrioso, Esiodo ricorre alla tela del ragno."
"I muli pazienti il dodicesimo: collegano intimamente i muli alla luna; perciò alcuni dicono che sia trasportata da muli. Difatti il cavallo è animale solare in quanto corre bene, l’asino invece è ctonio in quanto amico di Tifone e libidinoso. La luna sta in mezzo ad entrambi, avendo della terra l’essere coperta di tenebre e del sole l’avere in sorte la sua luce. Per questo dunque il mulo le è intimamente collegato. Ha prescritto di domarli il dodicesimo affinchè divengano più docili, perché il dodici ha la costanza, essendo limite soprattutto degli accrescimenti come abbiamo detto più sopra. Il numero dodici ha in altro modo relazione stretta con il delimitare, poiché apporta il limite alla specie dei numeri. Difatti per primo esso è pari e dispari: non ce n’era prima dentro la decade. Racchiudendo quindi le specie dei numeri è ovviamente capace di limitare e di ordinare la processione dei loro rapporti, perciò sembrò conveniente alle pratiche addomesticative dei muli che hanno generazione mista, essendo esso stesso misto in quanto pari e dispari, come si è detto. Bisogna dunque in questo giorno domare i muli imponendo loro le due mani e addomesticando questo animale come un puledro."

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Tredicesimo giorno del mese, ossia 'terzo di mezzo'.
Non è attestato il fatto che oggi sia un giorno sacro ad Athena: il terzo giorno dell'inizio e della fine del mese sono sacri alla Dea, da nessuna parte però è detto che lo sia anche il terzo di mezzo- è un'ipotesi che si basa sulla 'teoria delle ripetizioni' di cui avevamo già discusso.

Riporto infine anche le prescrizioni di Esiodo per il tredicesimo giorno del mese lunare: "Il tredici del mese che inizia guardati dal porre mano alla semina; ottimo è invece per piantare."
"Ben capì Plutarco che seminare e piantare non paiono giovarsi delle stesse situazioni. Bisogna infatti che il seme, una volta gettato, sia nascosto dentro la terra e vi marcisca e in tal modo trasmetta la sua forza alla terra che l’ha nascosto, affinchè da un solo grano di frumento, poniamo, o di orzo, ne nascano in quantità. Perciò dicono che ha bisogno di pioggia e di brina, poiché queste ne premono il principio e diffondono le forze naturali in esso presenti. Quanto alla pianta con radice, è necessario che germogli e faccia emergere il principio nascosto nella radice per così dire governata tramite la luce. Di conseguenza, il tredicesimo giorno è inadatto alla semina, adatto invece al piantare, perciò ‘enthrèpsastai’ (nutrire) è appropriato al piantare. E con il termine ha significato lo stimolare il principio della radice e il condurlo a crescita e germoglio, ciò a cui contribuisce, essendo cospicua, la luce della luna in questo giorno."

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Quattordicesimo giorno del mese, anche detto 'quarto di mezzo'.

Inoltre, "Nel quarto di mezzo apri l’orcio- fra tutti il giorno più sacro."
Infatti: "Nel quarto di mezzo apri l’orcio: alludendo con ciò alla tetrade di metà mese, loda il quattordicesimo sia come giorno di apertura degli orci sia come il migliore fra tutti; e infatti la luce lunare è ricca, perché la luna sorge con il tramonto del sole. E la luna occupa la metà del percorso totale in cui realizza il suo proprio circolo, per cui essa è realizzatrice (Telesiourgòs), se è vero che nella metà rispetto alla totalità del circolo si trova la perfezione. Gli aumenti e le diminuzioni da una parte e dall’altra della metà sono quasi paralleli, compiendo il suo proprio circolo nel corso di ventotto giorni. Perciò si dice siano così cospicui i raggi della luna portatori di luce.
Un mito egizio dice che Osiride regnò tanti anni quanto è il numero di questi giorni, rivelando, come credo, che Egli è demiurgo e realizzatore di tutti i viventi generati, poiché fabbrica con arte insieme ai raggi lunari la generazione delle realtà in crescita e in diminuzione, affinchè le cose di quaggiù sia nascano sia si corrompano."
Come vedete, il ragionamento che facevamo ieri è corretto, quello a proposito delle date in cui cadono le feste invernali di Dioniso, che non superano mai la prima quindicina del mese lunare. Soprattutto a partire dal Solstizio Invernale, queste sono feste volte al 'risveglio' del Dio (e questo è anche l'ultimo mese di attesa prima dell'assaggio del nuovo vino in Anthesterion), ed è quindi logico che cadano nella metà di mezzo, ritenuta più favorevole alla crescita, in quanto vicinissima alla perfezione della Luna piena.
Se poi facciamo caso al dettaglio circa Osiride, risulta chiaro come qui intenda anche Dioniso, in quanto è Ultimo Sovrano e Guida degli Dei 'Giovani' (le divinità encosmiche del Timeo..), ossia è il Demiurgo che viene dopo Zeus e che si occupa della creazione fisica del mondo materiale, "demiurgo e realizzatore di tutti i viventi generati"...Da notare che questo è il "nuovo Dioniso", il figlio di Semele, la Monade del secondo ordine demiurgico, dopo quello paterno...

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Quindicesimo giorno del mese, ossia 'quinto di mezzo'.

Il quindicesimo giorno è sempre sacro ad Athena.

Per il quindicesimo giorno è certamente confermata la 'teoria delle ripetizioni', e lo sappiamo da uno scolio ad Esiodo: "evita il quinto: tutti i quinti giorni." Valgono quindi le prescrizioni relative al V giorno crescente, in merito al 5 come numero di Dike, e sacro anche a Horkos e alle Erinni.

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Sedicesimo giorno del mese, ossia il 'sesto di mezzo'.

Non ci sono prescrizioni religiose per questa giornata..

Vi riporto inoltre gli scoli ad Esiodo, relativi al sedicesimo giorno, in quanto rivelano dettagli significativi per la vita umana: "Il sedicesimo, che ha detto sesto di metà mese, dice che è utile alle piante per la ragione che abbiamo detto; infatti la luce della luna, che è calda e umida, stimola il loro germogliare. E’ utile ai semi maschili degli umani, dannoso ai femminili; e ragione ne è il fatto che l’un seme è piuttosto secco, l’altro abbastanza umido, per cui appunto il maschio si differenzia dalla femmina. Perciò dicono che gli aiuti che vengono dai soffi settentrionali sono generatori di maschi, di femmine quelli meridionali..dunque è stato detto conformemente a natura che il sedici è ottimo per generare figli, dannoso per le femmine. E contiene anche qualche contrarietà al matrimonio, essendo la luna molto distante dal sole. Perciò gli Ateniesi sceglievano per i matrimoni i giorni verso la congiunzione e compivano allora le Theogamia, pensando conformemente a natura che quello fosse il primo matrimonio, trovandosi la luna in congiunzione con il sole."

"Il sedicesimo…i legni tagliati imputridiscono e il vino travasato sa di aceto."
Sempre a causa della natura della luce della luna in questi giorni...dettagli all'apparenza insignificanti, ma il vino che sa di aceto è una cosa che tutti vogliono sicuramente evitare...!

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Diciassettesimo giorno del mese, 'settimo di mezzo'.

"Il sette del mezzo del mese getta con grande attenzione in un’aia rotonda le sacre spighe di Demetra; e che il tagliaboschi tagli i legni del letto nuziale e legni per nave che, molti, stanno in quella uniti."

"Pone il diciassettesimo come adatto a deporre i raccolti sull’aia e a tagliare la legna giusta per il tetto della camera nuziale e quella buona per l’allestimento di navi. ..difatti il 17 è ugualmente giorno opportuno del periodo e utile del mese, quando la luce della luna non riceve più accrescimento, dato il plenilunio (ormai passato), e in qualche modo i legni sono bagnati, ma, con il ridursi della luce si riduce l’umido, da cui suole svilupparsi la marcescenza. Va bene per raccogliere i frutti nell’aia, perché dopo il plenilunio il tempo cambia e si verificano moti dei venti che sono utili a quelli che spulano, poiché disperdono la pula dal frutto.

Se, come dice Orfeo, il diciassette è consacrato ad Ate, e perciò adatto al taglio del bosco e al denudamento del frutto dai suoi rivestimenti, anche Esiodo, non senza amore per le Muse, consacrò il giorno a questi lavori."

Ed ecco un dettaglio importante: il diciassette è un giorno consacrato ad Ate. Il fatto che sia sacro a questo Daimon mi fa pensare che abbia qualcosa in comune con i "quinti giorni', sacri a Horkos e alle Erinni. Erinni e Ate sono infatti associati, come nei versi meravigliosi e tremendi di Eschilo, "Sette contro Tebe": "Un trofeo dedicato ad Ate ora si erge davanti alla porta dove essi (i due fratelli) si colpirono a vicenda e dove, avendoli conquistati entrambi, l'Erinni pose la Sua mano."


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Diciottesimo giorno del mese, ossia 'ottavo di mezzo'.

Il diciottesimo di ogni mese è dedicato alle purificazioni e ai riti apotropaici: "Gli usi patrii degli Ateniesi attribuiscono il diciannovesimo come il diciottesimo a tutti i riti lustrali e apotropaici, come dicono Filocoro e <***>, entrambi interpreti degli usi patrii. Forse dunque per questo, Esiodo dice che questo giorno è sacro, e soprattutto dopo mezzogiorno, perché questa parte del giorno è adeguata alle purificazioni.." (FHG I 414, 183)
Naturalmente, qui non si devono intendere quelle giornaliere obbligatorie, previste per il Culto privato, bensì quelle più complesse; significa anche che in questi due giorni qualsiasi attività che ha a che vedere con le purificazioni può essere intrapresa con buone speranze di successo. Infatti anche a questo serve conoscere il Calendario: "Beato e felice chi, dei giorni tutto questo sapendo, lavora senza colpa davanti agli Dei, conosce gli auspici e non trasgredisce le regole giuste." E infatti "colui che ha la conoscenza delle azioni che deve compiere e dei giorni nei quali quello che si esegue conseguirà il suo proprio fine, ebbene, costui è felice."

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Diciannovesimo giorno del mese, ossia 'nono di mezzo'.

Valgono le stesse prescrizioni di ieri: "Gli usi patrii degli Ateniesi attribuiscono il diciannovesimo come il diciottesimo a tutti i riti lustrali e apotropaici, come dicono Filocoro e <***>, entrambi interpreti degli usi patrii. Forse dunque per questo, Esiodo dice che questo giorno è sacro, e soprattutto dopo mezzogiorno, perché questa parte del giorno è adeguata alle purificazioni.." (FHG I 414, 183)

E in particolare "Il nono del mezzo del mese: è come se fosse: il diciannovesimo verso sera è un bellissimo giorno."

Per la giornata delle purificazioni, vorrei infine ricordare un passo molto significativo dell'amatissimo Proclo: "Lungo ed erto è il sentiero...bisogna in effetti che impariamo molte cose di quelle che ignoriamo, cose che all'inizio affrontiamo con disagio, e che deponiamo molti comportamenti cattivi dai quali abbiamo difficoltà a staccarci perchè sono cresciuti con noi; insomma, dobbiamo percorrere molte tappe, passare attraverso pratiche (askèseis) faticose; ma alla fine, dopo che si sia giunti in cima al percorso, la virtù è facile per il resto, e questo per quanto sia ardua e di difficile raggiungimento. Perchè quelli che hanno la virtù vivono ormai in gioia ed Esiodo pare averlo detto prima di Platone, cioè che non solo la vita secondo virtù è ottima, ma anche piacevolissima."

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Ventesimo giorno del mese, la sacra Εἰκὰς, 'ventina'.

Il ventesimo giorno è sempre sacro ad Apollo ed Athena.

"Dall'inizio del mese: dicevano histàmenon mena (mese crescente) fino alla ventina. Dopodichè indicavano un primo giorno del mese calante, e un secondo. Filocoro dice le tre fasi (20-21-22) sacre ad Athena."
(FHG I 414, 182)

"Eikadios, da Eikàs...il venti del mese si teneva una festa per Apollo, e chiamavano il giorno sacra Eikàs."
(Etym. Magn. s.v. Eikadios)

Vi riporto inoltre le prescrizioni di Esiodo (Erga, 792) e i relativi scolii: "Nel grande venti, nel pieno del giorno, un uomo prudente sia generato; la sua mente sarà molto assennata."
"Lo dice grande, perchè contiene la maggior parte dei giorni del mese; perciò tutto il giorno è adatto alla nascita; o l’ha detto grande quasi portasse a termine grandi lavori. Chi è generato in questo giorno è molto virtuoso e dotto."
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Ventunesimo giorno del mese, ossia 'dieci calante'. Sottolineo infatti che i giorni da oggi fino alla fine del mese vanno contati al contrario (10, 9, 8 e così via)- sembra un dettaglio poco significativo, ma non avete idea di quanti errori nella traduzione delle fonti abbia causato l'ignorare questo particolare..!

Il ventunesimo giorno è sempre sacro ad Athena.
Come dicevo ieri: "Dall'inizio del mese: dicevano histàmenon mena (mese crescente) fino alla ventina. Dopodichè indicavano un primo giorno del mese calante, e un secondo. Filocoro dice le tre fasi (20-21-22) sacre ad Athena."
(FHG I 414, 182)

Per oggi non c'è nient'altro da aggiungere, quindi concludo con una citazione molto significativa: "Esiodo invita felicemente, per quanto possibile, a persistere nel compiere atti sacri, dai quali riceviamo benessere, placando gli Dei 'in modo puro e netto' sia 'con offerte rituali' sia 'con libagioni' all'inizio del giorno- ecco le sue parole: "quando la sacra luce è di ritorno"- e quando ci volgiamo al sonno, al sopraggiungere della notte....disse bene lo Spartano che, essendogli stato chiesto perchè gli Spartani sacrificassero offerte di poco valore, rispose: "perchè sacrifichino spesso."
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Ventiduesimo giorno del mese, ossia 'nono calante'.

Il ventiduesimo giorno del mese lunare è sempre sacro ad Athena, secondo le prescrizioni dei due giorni precedenti. Nella decina calante, eccetto il quinto e terzo calante, si vede come la 'teoria delle ripetizioni' non è universalmente valida, anche perchè molte caratteristiche dei giorni provengono dagli influssi della Luna, e quindi non possono essere validi anche per la fase calante. Il nono crescente infatti "è adatto a piantagioni e generazioni", ma sappiamo che così non è per i giorni in cui la Luna è calante, soprattutto per quanto riguarda le piante.
E' però significativo che sia sacro ad Athena, dal momento che anche la Triade perfetta è sempre sacra alla Dea.

Concludo questi tre giorni dedicati a Tritogeneia, con un pensiero per la Città e per la Terra da Lei amata, la terra che ottenne vincendo il fratello del Padre: "E' per questo che abbandonano le loro case e si trasferiscono ad Atene; perchè essi fanno ritorno a se stessi incontrando la provvidenza di Athena e procedono dall'ignoranza alla conoscenza- perchè è questo che Atene rappresenta."
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Ventitreesimo giorno del mese, ossia 'ottavo calante'.

Non conosciamo nessuna prescrizione relativa a questa giornata- quando si trovano dei giorni senza prescrizioni, questo non vuol dire certo che non si debbano comunque compiere tutte le cerimonie giornaliere previste. Inoltre, ogni giorno della settimana è sacro ad una divinità (come potere vedere nel calendario mensile), quindi domenica è 'di Helios' e lunedì è 'di Selene'.
Ne approfitto per sottolineare che il XXIII del mese lunare non è sacro ad Athena- come avevo spiegato, questa convinzione è frutto di un errore: oggi è l'ottavo della terza decina (quella calante), mentre è il terzo (XXVIII) calante ad essere sacro alla Dea.

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Ventiquattresimo giorno del mese, ossia 'settimo calante'.
Anche per oggi non conosciamo nessuna prescrizione religiosa, eccetto quelle comuni a tutti i giorni.


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Venticinquesimo giorno del mese, ossia 'sesto calante'.

Anche per oggi non conosciamo nessuna prescrizione religiosa, a parte quelle giornaliere.
Sottolineo che oggi- sebbene per ogni quinto giorno sia attestata la ripetizione- non si tratta del giorno sacro a Horkos (Giuramento) e alle Erinni...perchè oggi non è il quinto giorno, bensì il sesto! Il giorno sacro a queste divinità è perciò domani, 'quinto calante'...

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Ventiseiesimo giorno del mese, ossia ‘quinto calante'.
Confermata la teoria delle ripetizioni:
"Dal quinto guardati perché è cattivo e nefasto: nel quinto dicono che le Erinni abbiano raccolto Horkos nascente, che Eris generò, castigo per gli spergiuri." 
"Che il cinque è numero di giustizia (Dike) lo abbiamo sentito dire dai Pitagorici,e presso di loro se ne dicono le cause. L’attività della giustizia è duplice, punire la trasgressione e togliere la soverchieria, inoltre dare livello pari a chi ne è al disotto e beneficare. Entrambi i quinti sarebbero giudiziari: l’uno, in crescita, in quanto aggiunge al mancante, l’altro al termine in quanto toglie al soverchiante. Se questo è vero, è chiaro perché dicono che il Dio dei giuramenti (Horkos), che èpunitore di quelli che tradiscono i giuramenti, si trova nel quinto finale e che i demoni vendicatori attorniano la Sua nascita nel quinto giorno; e concludono che questi circondano proprio la primissima giustizia, e di Loro celebrano la causa,dicendo che è punitrice di quanti si allontanano dalla legge divina, come asserisce Platone. Com’è naturale, (Esiodo) dice che Horkos è figlio di Eris perché Eris è monade delle angustie sofferte dagli amministratori che muovono accuse alle forze malfattrici."
"Schiva i quinti giorni: tutti i quinti."

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Ventisettesimo giorno del mese, ossia il 'quarto calante'.

"E nella tua mente bada a evitare che nel quarto della fine e dell’inizio del mese pene ti rodano il cuore: è un giorno sacro."
"Nella tua mente bada a evitare…in questi giorni sacri soprattutto conviene sbarazzarsi delle attività che fanno penare, le quali, se in altri momenti bisogna sceglierle come necessarie, in questi non si deve."

"Pochi sanno che il giorno dopo il venti è il giorno migliore del mese, quando spunta l’aurora; meno buona è la sera."
"Pochi sanno che il giorno dopo il venti: il primo versetto è formulato ellitticamente; completo sarebbe: pochi sanno che il quarto dopo il venti (τὴν μετ’εἰκαδα τοῦ μηνὸς τετάρτην) del mese è migliore. Quello che segue presenta un’inversione: sarebbe chiaro se dicesse ‘di sera è peggiore che al sorgere dell’alba’. Prevalendo questo atteggiamento, loda tutte le tetradi, la prima, la seconda e la terza; eccetto il caso in cui dice della terza che pochi sanno che è migliore nelle sue ore mattutine."
Sappiamo che le prime ore del giorno sono dedicate agli Dei, quindi domani mattina sarà un momento perfetto per le celebrazioni..

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Ventottesimo giorno del mese, ossia il 'terzo calante'.

Questo è uno di quei giorni per cui è attestata la teoria delle ripetizioni: dunque,proprio come il terzo dell'inizio del mese, è sacro ad Athena.

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Ventinovesimo giorno del mese, ‘secondo calante’
Se il mese ha trenta giorni, allora il ventinovesimo ha questo nome; altrimenti, se il mese ha ventinove giorni, il ventinovesimo prende il nome di Triakàs ed Hene kai Nea.

"Pochi sanno che il nono giorno della terza parte del mese è il migliore per cominciare un orcio e per mettere il giogo sul collo ai buoi, ai muli, ai cavalli dai piedi veloci, per spingere la nave dai molti chiodi nel mare colore del vino; pochi sono coloro che lo chiamano come si deve."
"Con il terzo nove ha detto il ventinovesimo, che- dice- pochi sanno ottimo per aprire gli orci, aggiogare i buoi, i muli e i cavalli..ed ha detto conformemente a natura riguardo all’apertura dell’orcio; dicono infatti che nei giorni di luna piena il vino si guasta a causa del calore umido che proviene dalla luna, perciò, se non lo si vuol buttare, esorta ad aprire l’orcio e provare il vino."
"L’ha scritto chiaro che ha chiamato ‘trìten einàda’ (triseinàs) non il ventesimo secondo, secondo gli Ateniesi che contano a rovescio i giorni che vanno dal termine- decimo, nono, ottavo e così di seguito- ma quello prima della trentina; e su questo infatti c’è incertezza se sia l’ultimo o il penultimo. Pochi dunque lo qualificano con verità come ventinovesimo. Il tempo è burrascoso in generale nei giorni a ridosso delle congiunzioni, perciò quanti si trovano in navigazione si mettono al riparo nei porti finchè non compaia il nuovo mese."
"Pochi dicono che il ventinovesimo è veramente buono per trascinare la nave in mare; a meno che non sia pronta ad esservi trascinata, per navigare una volta passato tale momento."