Ta Aphrodisia

 

Ta Aphrodisia
(feste in onere di Aphrodite Pandemos e Peitho)
Testo scritto da Daphne Varenya Eleusina


Celebrate in onore di Aphrodite, in gran parte del mondo greco; sicuramente a Pafo- in Pafo non erano consentiti sacrifici cruenti, ma solo di fiori e incenso (Virg. Aen. I.416; Tac. Hist. II.3)- e certamente a Corinto, Delo, Egina, ed Atene (Athen. XIII pp574, 579, XIV p659).
La data, in Atene, è certamente il 4 di Hekatombaion, anche perché il quarto giorno di ogni mese è sacro alla Dea (cfr. i giorni sacri del mese lunare).
Queste celebrazioni non sono in onore di Aphrodite nei Giardini, ma di Aphrodite Pandemos, il cui santuario (o meglio, edicola) si trova sulle pendici sud-ovest dell'Acropoli. Plutarco afferma che fu Teseo a fondare questo santuario, in quanto egli riunì tutte le persone (pandemos) grazie alla sua capacità di persuasione (peitho)- ecco perchè è dedicato ad entrambe le Dee; anche Pausania narra che questo santuario fu fondato da Teseo, dopo che riunì tutte le regioni dell'Attica nel celebre sinecismo, e ne parla subito prima del santuario di Gaia Kourotrophos e Demetra Chloe, confermandone da un lato la posizione, e dall’altro ricordandoci il profondo significato che ha la disposizione dei Templi attorno alla Rocca (Plut. Thes. 24.2,25; Paus. I. 22.3). Anche le iscrizioni e i fregi di età ellenistica confermano la natura di questo luogo sacro; il fregio dell'aedicula mostra colombe, animale sacro per eccellenza a questa Dea, che stringono nei becchi nastri di lana intrecciata.
Un altro legame con Teseo è dato dalla celebrazione delle Aphrodisia a Delo, come ci viene narrata da Callimaco: un coro maschile canta un accompagnamento ad un 'nomos' composto da Oleno, mentre le donne danzano accompagnando il ritmo. L'aition di questa festa è dunque il seguente: al ritorno da Creta dopo la vittoria sul Minotauro, Teseo consacrò in Delo ad Apollo l'antico xoanon di Aphrodite, creato da Dedalo e che Arianna aveva dato all'Eroe- questo era lo stesso xoanon che i Delii incoronavano con ghirlande, danzando la celebre 'danza della gru', secondo quanto fece appunto Teseo "Egli danzò una danza con i suoi fanciulli che dicono essere ancora replicata dai Delii, essendo un'imitazione dei passaggi circolari del Labirinto, e consistente di certe evoluzioni ed involuzioni ritmiche. Questo genere di danza, come dice Dicearco, è chiamata dai Delii 'La Gru', e Teseo la danzò attorno all'altare chiamato Keraton, che è fatto di corna.." (Call. Del. 304; Plut. Thes. 21; Paus. 9.40.3)

Il santuario in Atene si dice sia stato poi rifondato da Solone, usando i proventi raccolti dai custodi delle 'case di tolleranza' (Nicander FGrH 271 fr. 9; che questa festa avesse anche a che fare con la prostituzione, lo confermano anche i dettagli a proposito delle celebrazioni a Corinto, come narrato in Ateneo (Ath. XIII 754b; 568e). Appunto, Alexis racconta che l'etera Gnathaena aveva invitato il poeta comico Diphilus così: "la città celebra una festa di Aphrodite per le etere, ma è differente da quella che si tiene separatamente per le donne libere. In questi giorni è costume di quelle il far festa (komazein), ed è abituale ubriacarsi con noi etere." Questi banchetti sono anche stati usati per fini politici, come narra Senofonte: con la scusa di celebrare le Aphrodisia, l'etera Phillidas invitò i polemarchi filo-spartani di Tebe al suo simposio, li fece ubriacare e introdusse quindi uomini armati, travestiti da etere... (Hell. 5.4.4). Un frammento di Menandro parla anche di un cuoco che aveva preparato un banchetto per un'associazione di simposiasti "nel giorno della festa di Aphrodite Pandemos" (Kolax fr.1)

Un'iscrizione (IG II2 659) ci permette di ricostruire i riti prescritti per questa festa: il santuario dev'essere purificato con il sangue di colombe, gli altari unti con olii profumati e consacrati, quindi una processione conduce le immagini di culto di Aphrodite e Peitho nel luogo in cui devono essere lavate ritualmente, "katà tà patria", secondo le usanze ancestrali (potrebbe trattarsi della fonte ai piedi dell'Acropoli, certamente la più vicina). In questa iscrizione si ricorda inoltre che, oltre alla processione, Kallia figlio di Lisimaco aveva provveduto a fornire i fondi per purificare il tempio e gli altari, per spalmare uno strato di pece sul tetto, per il lavacro delle statue e per un abito di porpora- probabilmente per l'immagine della Dea (specificando anche il costo, 2 dracme).

Tornando sull'aspetto 'politico' delle Aphrodisia, possiamo sottolineare che Peitho ed Aphrodite erano ampiamente venerate nella Loro funzione di garanti della concordia, dell’armonia e della pace da parte dei governanti, ossia di coloro che dovevano garantire a tutti i cittadini Eunomia ed Eudaimonia. La festa delle Aphrodisia (celebrata infatti pochissimi giorni dopo l’inizio del nuovo anno e l’ingresso in carica dei nuovi magistrati) quasi certamente è da inserire nel quadro del culto reso ad Aphrodite nell’ambito delle questioni politiche. Senofonte, come abbiamo visto, infatti riferisce che a Tebe i polemarchoi, al termine del loro mandato, celebravano ‘Ta Aphrodisia’ in onore della Dea.
Infine vorrei richiamare l'attenzione su questa preziosa immagine: Aphrodite ed il Suo seguito. Chi abbiamo dunque, a parte le due figure centrali della Dea e di Eros? Troviamo appunto Peitho, sulla destra, che si sta occupando di un vaso destinato alle offerte (kanoun) colmo di frutti, vaso che sembra stia inghirlandando con fronde di ulivo (Peitho inghirlanda i frutti della Persuasione con il simbolo della Sapienza di ordine superiore). Dietro di Lei, un albero dai frutti rossi (un melo probabilmente), da cui Eudaimonia sta raccogliendo un frutto dal ramo più altro, mentre nella sinistra regge un vaso già colmo di frutti. Sulla sinistra rispetto ad Aphrodite c'è un albero simile, accanto cui sta Paidia con in mano un nastro che sta per consegnare ad Eunomia, che è alle sue spalle. Ancor più sulla sinistra vi è infine Kleopatra (n.d.r. non la Regina, bensì la personificazione della nascita nobile), che avanza verso la Dea reggendo un vaso colmo di frutti nella sinistra e una ghirlanda nella destra sollevata. Incredibilmente significativo e simbolico, anche per il gran numero di personificazioni: Persuasione, Beatitudine, Gaiezza/Giocosità, Buon Governo e Stirpe nobile- tutte facenti parte del Corteo di Aphrodite...