Zeus Herkeios

 

Zeus Herkeios
Testo redatto da Daphne Varenya Eleusina

"Mi siano testimoni i vasi di Zeus Herkeios, di fronte a cui questo santuario è stato consacrato per l'uso" (Schol. Arist. Pace 923)

"Ceste per il sacrificio e bacini lustrali e grani d'orzo e legna per il fuoco e un vaso, gli utensili di Zeus Herkeios." (Phil. Imag. 2.23)

"Gli Ateniesi chiamano le loro case 'recinto/recinzione' (herke), e per questo hanno uno "Zeus Herkeios": essi lo istallano nelle loro case per protezione." (Schol. Plato, Euthyd. 302d)

"Colui per il quale altari sono posti nel cortile, all'interno di una recinzione (herkos); infatti usavano chiamare il muro di recinzione ἕρκος. Coloro che avevano uno Zeus Herkeios condividevano la costituzione (πολιτεία). ἑρκίον era il muro di cinta del cortile, oppure il tetto della casa; la casa infatti è chiamata ἑρκίον...anche attestato è ἕρκιος, un protettore, un guardiano (φύλαξ)" (Suda s.v. Ἑρκεῖος Ζεύς; cfr. Athen. V, 189e)

Zeus Herkeios è dunque Colui che protegge materialmente lo spazio fisico dell'oikos, ma è anche strettamente associato con i vincoli che legano i parenti di una famiglia, cosa evidentissima nelle parole di Creonte: "Anche se è la figlia di mia sorella, o anche più prossima nei legami di sangue di chiunque nell'intera famiglia unita da Zeus Herkeios.." (Soph. Ant. 487)
Evidente dunque la strettissima relazione fra Zeus Herkeios, il Suo altare, e unità, prosperità e protezione della famiglia e dell'oikos: non a caso, comunque rispettando questo simbolismo, è sull'altare di Zeus Herkeios che Priamo viene ucciso (Od, 22, 334; Eur. Tro. 16-17)), oppure ne viene trascinato via e ucciso sulla porta del cortile (Mikra Ilias fr. 16): come l'altare simboleggia la famiglia e la sua forza, la morte o l'esserne trascinati via ne rappresenta la distruzione.
Quanto ci racconta Pausania (8, 46; 2.24.3) è di enorme importanza, anche perchè altrimenti non avremmo nessuna idea sulla forma specifica di questo aspetto di Zeus; ecco dunque i passi salienti in merito allo Zeus Herkeios di Priamo: "quando Troia fu presa e gli Elleni stavano dividendo le spoglie di guerra, Stenelo, figlio di Capaneo, ricevette l'immagine lignea di Zeus Herkeios."
Sappiamo che questo è il celebre Zeus con tre occhi che vide Pausania a Larissa: "c'è anche un tempio di Atena che vale la pena di visitare. Qui vi sono offerte votive, inclusa un'immagine lignea di Zeus, che ha due occhi nella sede naturale e un terzo sulla fronte. Questo Zeus, dicono, era il Dio ancestrale di Priamo, figlio di Laomedonte, innalzato nel cortile del suo palazzo, e quando Troia fu presa dagli Elleni, Priamo si rifugiò presso l'altare di questo Dio. Quando le spoglie vennero divise, Stenelo, figlio di Capaneo, ricevette l'immagine e per questa ragione è stata dedicata qui." Omero usa sempre 'corte, cortile' per indicare il luogo dove l'altare di Zeus 'Signore dello spazio aperto (herkeiou)' era posto. (Il. 16, 231; Od. 22.335; cfr. Eur. Tro. 483). Sia nell'Iliade che nell'Odissea si parla di libagioni e di offerte (sacrifici di buoi, come nel caso di Demarato a Sparta, cfr. sotto) "ἐν μέσῳ ἕρκει" nel mezzo del cortile (Il. 24.306; 16, 231; Od. 22.335 etc).
Quanto sia importante tutta la vicenda di Priamo, lo testimonia il proverbio 'punizione di Neottolemo': "fu il fato di Neottolemo, figlio di Achille, dopo aver ucciso Priamo sull'altare di Zeus Herkeios, essere lui stesso ucciso sull'altare di Apollo a Delfi. Perciò da allora subire quanto si è fatto ad altri è chiamato 'punizione di Neottolemo'." (Paus. 4.17.4). Non per caso, quando Alessandro giunse a Troia "la tradizione afferma che egli sacrificò a Priamo sull'altare di Zeus Herkeios, supplicando che la collera di Priamo si allontanasse dalla discendenza di Neottolemo, da cui lui stesso proveniva." (Arr. An. I, 1 1 , 7-8). Questo tema era molto popolare e ha ricevuto anche conferma dal ritrovamento di una base di una statua di età imperiale che onorava Zeus Herkeios Propatôr. (P. Frisch, Die Inschrifien von Ilion, Bonn, 1975, n° 144) Zeus Herkeios Patroos è venerato in Tracia accanto a Zeus Ktesios (IG XII suppl. 407, da Thasos)- e dunque, proprio queste forme di Zeus, Herkeios, Ktesios, Patroos, Propatôr, manifestano perfettamente la natura di Zeus in quanto "Padre degli Dei e degli uomini mortali."

Apollo Patroos e Zeus Herkeios (cfr. Dem. 57, 66-67) sono dunque fra gli Dei ancestrali e fra i testimoni della paternità "i gennetai che venerano Apollo Patroos e Zeus Herkeios". Ogni vero Ateniese ha altari e santuari a questi Dei (Plato, Euthyd. 302c; Harp. s.v. Ἑρκεῖος Ζεύς; Crat. fr, 9 K); ad ogni cittadino candidato per l'arcontato veniva chiesto "se avesse un Apollo Patroos e uno Zeus Herkeios, e dove si trovavano questi altari, e dove le tombe degli antenati"; praticamente, domandare "da dove vieni, dove abiti?" e "dov'è il tuo Zeus Herkeios?" era la medesima cosa. (Arist. Ath. Pol. 55.3)

Primaria importanza di Zeus Herkeios quindi nelle questioni famigliari e di discendenza, non solo in Attica, stando anche all'episodio narrato da Erodoto: "egli fece i preparativi e sacrificò un bue a Zeus, e dopo aver sacrificato chiamò sua madre. Quando sua madre giunse, egli le mise fra le mani alcune interiora delle vittimme, e la pregò dicendo "madre, supplico rivolgendomi agli altri Dei e in particolare a Zeus Herkeios (ὦ μῆτερ, θεῶν σε τῶν τε ἄλλων καταπτόμενος ἱκετεύω καὶ τοῦ ἑρκείου Διὸς), di dirmi la verità, chi è veramente mio padre" (Er. 6, 68). Stessa cosa viene narrata negli scolii ad Apollonio Rodio, quando si parla di Danae: "essi ebbero un figlio, Perseo. Danae e la nutrice lo allevarono all'insaputa di Acrisio. Però quando Perseo raggiunse i tre o quattro anni, Acrisio sentì la voce del bambino che giocava, e mandò i suoi servitori a prendere Danae e la nutrice. Quest'ultima la uccisero. La prima con il bambino egli la condusse all'altare di Zeus Herkeios e le chiese da dove provenisse il bambino. Ella disse "da Zeus". (schol. Ap. Rhod. 4. 1091)
Zeus Herkeios ha grandissima importanza sia per i genoi sia in associazione agli Dei delle fratrie e delle famiglie; spesso non è detto che ogni singola casa privata (soprattutto in età classica) avesse il proprio altare di famiglia, perchè poteva esistere un solo altare per un'intera fratria. Insomma, mentre Zeus Ktesios deve necessariamente vivere in ciascuna casa, Zeus Herkeios può essere venerato da tutte le famiglie che costituiscono una fratria, nel luogo di riunione della stessa (Solone usa il termine homoerkés, cfr. Poll. Onom. 6. 156); ad esempio, il calendario di Nicomaco (LSS, 10, 77-86) ricorda sacrifici da parte degli Eumolpidi e della sacerdotessa di Demetra, a Themis, Zeus Herkeios, Demetra, Persephone, Eumolpo, Melichos l'Eroe, Archegetes, Polisseno, Threptos, Diocle, Celeo- Dei ed Eroi della stirpe comune, che riuniva al suo interno numerose 'sotto-famiglie'. E' appunto questo quadro che ha in mente Socrate nell'Eutidemo, quando parla di Zeus Herkeios e Phratrios, e di Athena Phratria (gli Dei principali delle Apatouria, cfr.)

E dunque, mentre una casa/luogo di incontro della fratria, ha nel suo cortile interno il proprio altare dedicato a Zeus Herkeios, anche la Città ne possiede uno. L'altare di Zeus Herkeios è sempre stato presente sull'Acropoli, fin dai tempi dei Re che dimoravano sulla Rocca Sacra, appunto nel cortile della casa del Re, esattamente come descritto nell'Odissea; anche in tempi storici l'altare continuò a rimanere sull'Acropoli, accanto al Pandrosion, all'ombra dell'ulivo sacro: "Mentre quell’anno finiva e il successivo cominciava, sull’Acropoli avvenne il seguente prodigio: una cagna, entrata nel santuario di Atena Polias e penetrata nel Pandrosion, balzò sull’altare di Zeus Herkeios, che si trova sotto l’ulivo, e vi si accucciò. Ma presso gli Ateniesi è legge antica che una cagna non possa salire sull’Acropoli." (Dion. Hal. Din. 3, 637; Phil. FHG I, 146- cfr. Plut. quaest. rom. 90). La prova si trova anche su alcune monete che mostrano appunto l'ulivo sacro e accanto un altare (a volte ornato con bucrani), esattamente quello di cui parla Filocoro. (Brit. Mus. Cat. Coin. Attica, 815, 816)
Ad Atene esisteva anche un altro altare dedicato a Zeus Herkeios (dedicato anche ad Hermes e Akamas, Eroe Eponimo), presso la porta del Dipylon, anche nota come Porta Triasia, come guardiano e protettore dell' ἕρκος della Città. (IG II2 4983)


Fatte tutte queste considerazioni, è necessario dire che le case moderne mancano quasi tutte di un cortile interno, in cui sia possibile innalzare un piccolo altare per Zeus Herkeios. Data però la natura della divinità e il significato dello spazio, una buona soluzione è certamente il balcone, in quanto Zeus Herkeios non dimora nella casa (come Ktesios) nè all'esterno (come Apollo Agyieus, di cui parleremo nella prossima nota), e una zona 'sul limitare', come un comune balcone, va benissimo.
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Casa di Odisseo





Piano di una casa ellenica
 
L'altare di Zeus Herkeios è al centro del cortile
 
L'altare di Zeus Herkeios è quello in alto; quello nella parte inferiore è il santuario domestico di Apollo Agieus

 
Monete raffiguranti l'altare di Zeus Herkeios sull'Acropoli, accanto all'ulivo sacro 
Ulivo sacro e altare di Zeus Herkeios

 
In basso a destra: la statua di Zeus posta sull'altare, durante l'uccisione di Priamo: la statua poggia su una doppia base (la parte inferiore è gialla con segni rossi) e un plinto color porpora. Zeus ha la barba, porta l'himation sulla spalla destra e regge lo scettro nella stessa mano